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LUGANODelitto Jacoma, chiesti 10 anni per il giovane di Claro

08.07.11 - 13:44
Delitto sul Ceneri: il procuratore Andrea Pagani svela tutti i retroscena di quella tragica notte, racconta di Jacoma a caccia di sesso e dell'esplosione di Binzoni. E pronuncia la sua richiesta di pena
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Delitto Jacoma, chiesti 10 anni per il giovane di Claro
Delitto sul Ceneri: il procuratore Andrea Pagani svela tutti i retroscena di quella tragica notte, racconta di Jacoma a caccia di sesso e dell'esplosione di Binzoni. E pronuncia la sua richiesta di pena

LUGANO - Dieci anni di carcere per Daniel Binzoni. È quanto chiesto dal procuratore pubblico Andrea Pagani nei confronti del giovane di Claro accusato di avere ucciso intenzionalmente l'81enne omosessuale Lindy Jacoma il 22 agosto del 2009 a Cadenazzo. Pagani, nella sua requisitoria pronunciata a mezzogiorno nel corso della terza giornata del processo di Lugano, ha rievocato tutti i retroscena di quella drammatica notte. La sintesi: "Daniel Binzoni è una persona che ha dimostrato di sapere disprezzare la vita umana, di odiare. Il suo narcisismo non gli permette di accettare la sua omosessualità latente. Perché in contrasto con gli aspetti culturali e sociali costruiti negli anni. La sua avversione nei confronti dei gay era emersa anche in una lettera scritta ai quotidiani ticinesi sei anni fa". Pagani, nella sua premessa, fa riferimento anche al fatto che Binzoni in passato abbia 'studiato' i principi del nazismo.

In cerca di avventure - La sera di sabato 22 agosto 2009 Lindy Jacoma si incontra a Bellinzona con C.I., 51 anni, anch'egli omosessuale."Tra i due c'è semplicemente una solida amicizia che dura da anni - dice Pagani - . Assieme sono soliti frequentare luoghi teatro di frettolosi rapporti tra gay. Quella sera il loro 'viaggio' parte da Lugano, dalla stazione FFS. Cercano un'avventura. Invano. Si spostano verso nord. Attorno alle 21.30 arrivano a Cadenazzo, nell'area di servizio del Ceneri". C.I. va in bagno, per bisogni fisiologici e anche per cercare sesso. Ci rimarrà per circa dieci minuti.Jacoma resta lì, nei pressi dell'auto. Non è solo. Nei paraggi ci sono anche una famiglia di turisti e un paio di passanti. Verso le 21.45 arriva Binzoni. Da solo, a bordo della sua golf bianca. "Agli inquirenti Daniel Binzoni ha giustificato la sosta con il bisogno di espletare i suoi bisogni. Facciamo una fatica immonda a credergi, anche se non siamo riusciti a fare emergere altre giustificazioni". Il riferimento di Pagani va a dettagli ben precisi: "Binzoni lascia la macchina a una distanza significativa dalla toilette, quando più vicino c'erano parcheggi a iosa. Inoltre ben tre testimoni dichiarano che l'imputato ha parcheggiato la vettura immediatamente dietro l'auto verde di C.I.. Binzoni è entrato lentamente nell'area di sosta, facendo poi una brusca manovra, proprio quando ha visto l'auto verde targata Grigioni".

Faccia a faccia - Binzoni a un certo punto si trova faccia a faccia con Jacoma. "A suo dire l'81enne gli fa una proposta e, in un secondo tempo, addirittura arriverebbe a toccargli i genitali". In quell'istante scoppia la rabbia di Binzoni verso Jacoma. "Sfoga con violenza tutto l'odio nei confronti di chi ha tentato quell'approccio". La sequenza dei colpi è un rebus. "Binzoni non è credibile. Ha fornito tre versioni da quando è stato arrestato. Prima solo una gomitata al viso. Poi ha ritrattato. E nella prima giornata di processo ha presentato una nuova versione. L'ultimo fantasioso adattamento dei fatti raccontato da Binzoni cozza in maniera violenta con le conclusioni esaustive tratte dal medico legale Antonio Osculati". In particolare Binzoni insiste su un colpo dato allo zigomo di Jacoma e sostiene di averlo colpito con il piede destro all'addome, ma assolutamente prima che la vittima cadesse a terra. Dettagli che non tornano e Pagani lo dice apertamente. Poi il procuratore punta il dito contro la difesa: "Jacoma sarebbe comunque morto, se non fosse stato preso in cura dai sanitari.Morto perlomeno a causa della lesione addominale. Di errori medici non ce ne sono stati.Binzoni ha colpito delle regioni particolarmente sensibili del corpo umano. Collo, viso, addome. E con cognizione di causa: Binzoni conosce le mosse della thai boxe, per averla praticata in precedenza". 
 
Movente - A scatenare la furia cieca del 25enne sarebbe stata dunque l'avance della vittima. "Ai suoi occhi una persona degenerata", sostiene Pagani. Binzoni non si ferma, neanche quando l'anziano è a terra, probabilmente privo di sensi. Alla fine scappa. E in serata addirittura raggiungerà un amico in discoteca. Come se nulla fosse accaduto. "Queste sono colpe gravi. Binzoni poi non è incensurato. Il 1 aprile del 2009 è stato condannato a Como per avere importato un etto di marijuana in Italia. Un anno e quattro mesi, con la condizionale. Nonostante ciò ha chiesto di essere ammesso dapprima alla scuola di guardie di confine poi alla scuola di polizia. Per fortuna in entrambi i casi l'idea non è andata a buon fine. Il 25 novembre 2009 addirittura Binzoni chiede l'autorizzazione cantonale per divenire agente di sicurezza privata. Questa cosa fa venire i brividi. Perché Jacoma, a quel punto, era già stato ucciso". Pagani rincara la dose: "Binzoni è stato scoperto a 9 mesi dai fatti solo grazie alla polizia. In seguito non ha mai avuto una parola di rincrescimento, non si è mai scusato per quanto commesso. Non è un buon segno. Binzoni dimostra di non avere compreso la gravità delle sue gesta".

Dieci anni - In un social network Binzoni scriveva di se stesso: 'Sono un freddo calcolatore. Sono narcisista, egocentrico, arrivista. Non me ne importa della sorte degli altri. Perché perdere tempo a compatire o a volere aiutare coloro che sono già spacciati. A coloro che tentano di salire sulla mia scialuppa, spacco la testa con un remo. E se posso gettare qualcuno in mare, lo faccio'. "Questa è una persona disturbata - ammette Pagani -. Pertanto si prevede uno sconto di pena. Altra attenuante: Binzoni ha agito con dolo eventuale e non dolo diretto. Infine, bisognerebbe considerare la presunta provocazione della vittima". Pagani già in precedenza aveva evidenziato come una persona 'normale' di fronte alle avances indesiderate da parte di un 81enne non avrebbe comunque reagito in questo modo incivile. "Considerando le attenuanti chiedo 10 anni di carcere per Daniel Binzoni".   

P.M.

Foto d'archivio (Tipress)   

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