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GERMANIA / TICINOPrezzi stracciati, lavoratori sfruttati

30.06.09 - 15:28
Keystone / Urs Flüeler
Prezzi stracciati, lavoratori sfruttati

LUGANO - Allettanti le offerte da Aldi in Germania. 499 euro per un computer, due paia di calzini per bambino a 1,29 euro, calzoncini per sette euro, giacchettino per signora a 13,99 euro. Le offerte sono continue, settimanali e sono quelle che fanno gola, soprattutto a quelle famiglie che, in questi periodi di crisi, fanno fatica a sbarcare il lunario. 

Aldi in Europa e in Ticino. Ma qual è il prezzo sociale di queste offerte a prezzi stracciati? In Germania Aldi offre ogni anno oltre 2.500 prodotti in promozione. Di questi 2.500 articoli, oltre il 40% arriva dalla Cina. Sui giornali tedeschi è apparso qualche tempo fa il risultato di uno studio condotto dalla "Südwind-Institut für Ökonomie und Ökologie con sede a Siegburg (condotto da associazioni cattoliche ed evangeliche della Germania Federale) che si prefiggeva lo scopo di capire come facesse Aldi ad offrire prodotti a prezzi così convenienti.

14 ore di lavoro al giorno - L'inchiesta, avvenuta in Cina, si è focalizzata sulle condizioni di lavoro degli operai impiegati nelle aziende fornitrici del colosso tedesco della distribuzione. Nel paese asiatico sono stati interpellati i lavoratori di cinque centri di produzione della provincia di Xiangsu. Naturalmente tutto in forma anonima, per tutelare i lavoratori. Lavoratori che hanno raccontato di 14 ore di lavoro al giorno, due giorni di riposo al mese, multe per chi arriva in ritardo o per chi si permette di mangiare durante l'orario di lavoro. E poi salari corrisposti con ritardi di mesi e, addirittura, una cauzione, corrispondente al salario di 2 mesi di lavoro, per i nuovi arrivati.

Il bilancio sociale - Silvano Toppi, professore ed economista sensibile alla tematica, auspica una maggiore consapevolezza del consumatore di quello che considera il "bilancio sociale" del prezzo del singolo prodotto che quotidianamente troviamo sugli scaffali dei nostri supermercati: "Il consumatore, con la mitizzazione dei prezzi sempre più bassi, non riflette mai sul bilancio sociale del prodotto che acquista. Non basta comprare un prodotto. Il consumatore dovrebbe essere informato sulla provenienza e il percorso di produzione dell'articolo arrivato fino a noi. E questo è un aspetto che non viene mai valutato".

Il rispetto dei lavoratori - "Uno dei metodi per ottenere questi prezzi - spiega Toppi - è quello di ricorrere a paesi dove si produce a salari bassissimi, dove non c'è nessun rispetto del lavoratore e dell'ambiente". Inoltre l'economista invita a non sottovalutare la forza contrattuale dei big della distribuzione: "Una forza tale da pretendere dall'agricoltore o da altri produttori dei prezzi tiratissimi. E continuando a tirare la corda al collo del piccolo agricoltore, è chiaro che il suo destino è quello della chiusura".

Verso la 'società low cost' - Un altro aspetto che si riallaccia allo schiacciamento dei prezzi riguarda quel circolo vizioso nel quale sono proprio quei lavoratori dipendenti che vedono erodersi il loro potere d'acquisto sempre più, proprio per far quadrare il bilancio, scelgono di fare la spesa a queste catene di supermercati. Toppi lo definisce un "circolo infernale, in quanto il lavoro, in questi ultimi anni è sempre più sotto pressione, sia dal punto di vista salariale, sia da quello del potere d'acquisto. È chiaro - continua l'economista - che si vengono a creare condizioni di instabilità e di precarietà sul lavoro tali da costringere molte famiglie, che devono amministrare il loro budget familiare, a scegliere il prezzo piu basso e quindi quei tipi di supermercati che applicano tali prezzi".

Lavoratori contro lavoratori - Questo fenomeno, secondo Toppi, non produce altro che un'ulteriore situazione di disuguaglianza: "Così facendo, non si fa altro che continuare a mettere i lavoratori contro altri lavoratori. Una tendenza questa - spiega il professore - che non si arresterà a breve, in quanto uno degli elementi fondamentali di sopravvivenza di questo tipo di economia è la moltiplicazione dei consumi, che vengono stimolati attraverso la creazione di nuovi bisogni, per aumentare i consumi. Un circolo vizioso, un sistema in cui si induce le persone a consumare sempre di più, ma che parallelamente non dà neppure sufficienti mezzi per sostenere questo tipo di gioco perverso. Un fenomeno enorme anche da noi. E le famiglie continuano a indebitarsi.

Aldi Suisse non è Aldi Germania - "Aldi Suisse - ci ha spiegato Cristina Coduri, portavoce di Aldi Suisse in Ticino - è una società che fa capo a Aldi Süd, ma è un'azienda creata con statuto e management svizzero". Coduri precisa che "l'assortimento svizzero non è lo stesso proposto in  Germania e che i prodotti di Aldi Svizzera, per quanto riguarda l'assortimento standard, sono per la maggiorparte riforniti da fornitori svizzeri". Per quanto concerne l'assortimento elettronico, dell'abbigliamento, dell'accessoristica per hobby e giardinaggio Coduri precisa che "Aldi fa capo anche a fornitori esteri".

Aldi e il codice etico - Coduri ha spiegato che l'accordo di Aldi Suisse con i fornitori sottostà a criteri etici, dove non è accettato lo sfruttamento del lavoro, il lavoro minorile, ogni tipo di discriminazione, e dove vige la libertà di riunirsi e di avere il diritto a trattative collettive: "Aldi Suisse fa parte di un'associazione (la BSCI, la Business Social Compliance Initiative, ndr) che si è data uno statuto per la salvaguardia delle condizioni di lavoro, dei collaboratori e anche ai propri fornitori prevede che queste condizioni vengano rispettate. Se dovessero venire riscontrate delle condizioni di non rispetto delle condizioni etiche da parte del fornitore, saremmo costretti a prendere le soluzioni adeguate".

Ecco perché da noi si paga meno - Coduri spiega, ancora una volta, il segreto di Aldi, che sta "nell'ottimizzazione di tutta quella che è la filiera di distribuzione del prodotto". Il prodotto viene realizzato con fornitori esterni, terzisti, che hanno condizioni di distribuzione ottimizzate: "Per fare un esempio,  quello che può essere il cartone per l'imballaggio viene utilizzato il minor materiale necessario possibile. Inoltre i prodotti non vengono prezzati singolarmente, le filiali vengono replicate con lo stesso concetto architettonico e di esposizione e non ci sono costi di sviluppo architettonico supplementari.

Il risparmio - assicura Coduri - non proviene dal personale di vendita. Nel nostro settore il personale è una componente importante: "il personale deve essere capace e motivato e privilegiamo i contratti a tempo indeterminato. Al 100% per i manager e i responsabili di filiale, minimo 50% per il personale di vendita: "Un vantaggio per noi, in quanto questo sistema ci permette la pianificazione dell'ottimizzazione. Un vantaggio per i dipendenti, in particolare per quelle donne che possono così conciliare la propria vita familiare e quella lavorativa".

p.d'a.

Foto d'apertura: Keystone / Urs Flüeler

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