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CANTONECigarettes After Sex, da Brooklyn a Lugano

27.07.17 - 06:01
In programma stasera alle 23.30, nell’ambito del Roam Festival di LongLake (Boschetto Ciani, Lugano), lo show di Cigarettes After Sex
Cigarettes After Sex, da Brooklyn a Lugano
In programma stasera alle 23.30, nell’ambito del Roam Festival di LongLake (Boschetto Ciani, Lugano), lo show di Cigarettes After Sex

LUGANO - Un progetto ambient/dream pop oriented, Cigarettes After Sex, venuto alla luce a El Paso, Texas, nel 2008, per mano di Greg Gonzalez (voce, chitarra): «Ero immerso nelle sonorità anni Ottanta, con gente come i New Order… Cose così, insomma… - ricorda il 34enne, nei primi istanti in cui lo raggiungo al telefono - Dopodiché, a poco a poco, mi avvicinai a suoni più scuri, più cupi, con i Joy Division, Jesus and Mary Chain: l’amalgama di influenze che si era creato dentro di me mi spinse a sviluppare (dopo una demo, “Romans 13:9”, 2011, ndr) l’embrione delle tre canzoni confluite - con la cover di "Starry Eyes" (Roky Erickson) - in “I.” (autoproduzione, 2012), il primo ep».

Greg, raccontami di “I.”...

«Devo dire che i pezzi presero forma rapidamente, in maniera molto spontanea… Subito dopo decisi di inciderli, e reclutai un po’ di gente da coinvolgere nelle sessioni di registrazione… Registrazioni che si svolsero, con un set di apparecchiature a buon mercato, tra le mura dell’Università di El Paso, dove studiavo...».

Quando ti sei trasferito a Brooklyn (New York)?

«Dopo un anno, nel 2013…

Il tuo progetto, intanto, stava mutando… Stava per trasformarsi in un gruppo, giusto?

«Direi di sì… A New York ho costruito la line-up definitiva della band, con Phillip Tubbs (tastiere, chitarra), Randy Miller (basso) e Jacob Tomsky (batteria)».

Come hai coniato il nome del progetto?

«Lo devo a una ragazza che frequentavo un po’ di tempo fa… (ride)».

Cosa vuoi dirmi invece del processo di lavorazione del primo album (omonimo, Partisan Records), uscito lo scorso 9 giugno? Un disco, aggiungerei, di straordinaria fattura...

«Ti ringrazio... Le strutture musicali delle canzoni hanno preso forma in sala prove. Era dicembre 2015. Registrammo immediatamente le demo, smussando dei testi che avevo scritto qualche tempo prima. Da quegli istanti alle incisioni definitive non è passato molto tempo. Tutt’altro. Con l’eccezione di “Each Time You Fall In Love”, incisa a maggio 2016, in nemmeno un mese avevamo portato a termine il lavoro, registrando prima in modalità “live in studio”, per poi aggiungere, in seconda battuta, chitarre acustiche e voce. È servito un po’ più di tempo, poi, per lavorare al mix (Rocky Gallo) e al mastering (Greg Calibi)».

Cosa vuoi dirmi dei testi?

«Raccontano situazioni e relazioni che ho vissuto nel corso della mia vita… Il disco è una sorta di diario, un contenitore di ricordi…».

Oltre a New Order, Joy Divsion, Jesus and Mary Chain, chi sono gli altri tuoi maggiori punti di riferimento?

«Miles Davis, che scoprii da ragazzino con “Kind Of Blue” (Columbia, 1959), e Françoise Hardy, che iniziai a conoscere qualche anno più tardi, con “La question” (Sonopresse, 1971)».

Cosa hai ascoltato nel corso del processo di lavorazione dell’album?

«La colonna sonora di “American Graffiti” (MCA, 1973)...».

Siete già alle prese con il materiale destinato al secondo disco?

«Sì, ne abbiamo registrato già una parte in Spagna… Porteremo a termine le session a New York, alla fine del tour…».

Perché in Spagna?

«All’interno del disco confluiranno suoni diversi… Sarà molto differente dal primo…».

Quando prevedi la pubblicazione?

«Nel 2018, durante l’estate…».

Info: cigarettesaftersex.com

Prevendita: biglietteria.ch

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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