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TICINO"Berna fermi quell'insetto: il castagno ticinese rischia di morire"

15.09.11 - 15:59
Giorgio Moretti, ingegnere forestale: "Servono provvedimenti urgenti contro il cinipide"
Archivio (Tipress)
"Berna fermi quell'insetto: il castagno ticinese rischia di morire"
Giorgio Moretti, ingegnere forestale: "Servono provvedimenti urgenti contro il cinipide"

BELLINZONA – Si chiama cinipide del castagno ed è un insetto di due millimetri e mezzo. Appartiene a una popolazione di sole femmine e depone le sue uova nelle gemme del castagno, provocando una malattia alla pianta. Questo minuscolo animale rischia di fare morire il castagno ticinese. E con esso un intero business economico, nonché una storia che attraversa i secoli. A rilanciare l’allarme è Giorgio Moretti, ingegnere forestale del Cantone e presidente dell’associazione dei castanicoltori della Svizzera italiana: “Berna deve intervenire al più presto. Deve autorizzarci a inserire sul territorio il Torymus Sinensis, l’insetto antagonista del cinipide. Solo lui può fermare questo disastro”.  

Per legge la decisione per il rilascio di organismi simili nell’ecosistema spetta all’Ufficio federale dell’ambiente. Ancora Moretti: “A Berna hanno una sola paura. Si chiedono cosa potrebbe causare l’inserimento del Torymus Sinensis, quali potrebbero essere le conseguenze per la flora e per la fauna. Perplessità legittime da una parte. Ma altrove, ad esempio in Piemonte, l’operazione, effettuata già tempo fa, è risultata indolore”. Entrambi gli insetti sono originari della Cina. Il cinipide è stato avvistato per la prima volta in Ticino a Mendrisio nel 2009. C’è chi sostiene che sia arrivato spontaneamente, a causa della vicinanza dei due territori. Altri sostengono che sia stato importato per errore, con le giovani piantine di castagno. Fatto sta che ora il cinipide tiene in scacco 20.000 ettari di castagno ticinese. “Per adesso – dice Moretti – le zone più colpite sono quelle del Mendrisiotto e più in generale del Sopraceneri. Questa nostra richiesta non deve essere intesa da Berna come la solita lamentela ticinese. In discussione c’è un patrimonio certamente quantitativo. Ma anche culturale. Non si può più temporeggiare”.

Trema il settore alimentare legato al castagno ticinese. Così come quello che commercia la sua legna. Difficile allo stato attuale fare proiezioni sulle perdite numeriche che potrebbero esser provocate dal cinipide. Le autorità federali nel frattempo avrebbero avviato uno studio per capire i possibili sviluppi della vicenda. “Speriamo che la situazione sia risolta per la primavera. Altrimenti un’altra stagione andrà a gambe all’aria”.

 

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