BELLINZONA - Il Repertorio toponomastico ticinese (RTT) è nato negli anni ’60 del secolo scorso per iniziativa dei professori Vittorio Raschèr e Konrad Huber dell'università di Zurigo, allo scopo di raccogliere e valorizzare il patrimonio toponomastico ticinese. Da decenni, infatti, i cambiamenti della società e il conseguente abbandono della vita contadina stavano portando a una perdita irreversibile della conoscenza del territorio e dei suoi nomi, tramandati oralmente di generazione in generazione.
Fino al 2001 le ricerche venivano pubblicate nella collana Repertorio Toponomastico Ticinese, che comprendeva ricerche e approfondimenti d’archivio; nel 2001, per far fronte all’urgenza della raccolta, è stata creata una nuova collana Archivio dei Nomi di Luogo. Con il trasferimento del servizio dall'Archivio dello Stato al Centro di dialettologia e di etnografia (CDE), avvenuto all’inizio del 2014, l’attività del RTT - come segnala Walter Gianora in un'interrogazione (con numerosi altri firmatari) - è stata "parecchio ridimensionata".
Il "congelamento delle ricerche sul territorio e il rallentamento delle pubblicazioni" starebbe producendo "un diffuso malcontento anche fra gli enti locali, che fino al 2014 collaboravano attivamente e con entusiasmo con il RTT alle due collane di allora, garantendo oltretutto la copertura finanziaria completa delle spese di pubblicazione".
Al Consiglio di Stato vengono quindi posti i seguenti interrogativi: