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CANTONERepertorio Toponomastico Ticinese: quo vadis?

17.11.15 - 17:31
Repertorio Toponomastico Ticinese: quo vadis?

BELLINZONA - Il Repertorio toponomastico ticinese (RTT) è nato negli anni ’60 del secolo scorso per iniziativa dei professori Vittorio Raschèr e Konrad Huber dell'università di Zurigo, allo scopo di raccogliere e valorizzare il patrimonio toponomastico ticinese. Da decenni, infatti, i cambiamenti della società e il conseguente abbandono della vita contadina stavano portando a una perdita irreversibile della conoscenza del territorio e dei suoi nomi, tramandati oralmente di generazione in generazione.

Fino al 2001 le ricerche venivano pubblicate nella collana Repertorio Toponomastico Ticinese, che comprendeva ricerche e approfondimenti d’archivio; nel 2001, per far fronte all’urgenza della raccolta, è stata creata una nuova collana Archivio dei Nomi di Luogo. Con il trasferimento del servizio dall'Archivio dello Stato al Centro di dialettologia e di etnografia (CDE), avvenuto all’inizio del 2014, l’attività del RTT - come segnala Walter Gianora in un'interrogazione (con numerosi altri firmatari) - è stata "parecchio ridimensionata".

Il "congelamento delle ricerche sul territorio e il rallentamento delle pubblicazioni" starebbe producendo "un diffuso malcontento anche fra gli enti locali, che fino al 2014 collaboravano attivamente e con entusiasmo con il RTT alle due collane di allora, garantendo oltretutto la copertura finanziaria completa delle spese di pubblicazione".

Al Consiglio di Stato vengono quindi posti i seguenti interrogativi:

    • Condivide questa strategia di stravolgimento degli obiettivi all'origine del RTT, che privilegia la ricerca archivistica, d’altronde già sperimentata con risultati controversi (v. Vocabolario dei dialetti), a scapito della più urgente e produttiva raccolta di materiali?
    • Ritiene corretto e accettabile che un servizio finanziato dai contribuenti, e fino a inizio 2014 aiutava e supportava con successo i promotori locali, ora non riesca più ad adempiere questo importante compito, che in passato ha fatto il successo della ricerca toponomastica, oltretutto finanziata con il contributo a saldo completo degli enti locali?
    • Non sarebbe opportuno un ripensamento del trasferimento del servizio al CDE, al fine di ricollocare il RTT a una destinazione più consona, peraltro senza oneri per l’amministrazione cantonale?
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