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LUGANOCaso Burgarella e Progetto lavoro: "Poca chiarezza"

26.01.15 - 07:35
Martino Rossi storce il naso per alcune dichiarazioni di Borradori e interpella il Municipio
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Caso Burgarella e Progetto lavoro: "Poca chiarezza"
Martino Rossi storce il naso per alcune dichiarazioni di Borradori e interpella il Municipio

LUGANO - Non smette di far discutere la nomina, poi annullata, della signora Claudia Burgarella presso il DAC. Sull'argomento torna anche Martino Rossi (PS) che, con un'interpellanza al Municipio, spera di "fare chiarezza su una dichiarazione dell’Onorevole Sindaco, che sembra non collimare né con i dati di fatto, né con le normative vigenti".

Borradori avrebbe infatti detto che: “Grazie alla seconda fase del Progetto Lavoro, sono state assunte 250 persone. Venti erano italiane e di queste 15 avevano un permesso di domicilio, 5 un permesso di dimora”. Quindi avrebbe aggiunto: “Posso dire che effettivamente, anche se sono stati solo 20 casi su 250, erano comunque 20 di troppo”.

Sulla prima affermazione, Martino Rossi osserva che nel Rapporto di valutazione del Progetto Lavoro commissionato dal Municipio all’IRE si legge: "che il totale dei partecipanti al Programma Lavoro (esclusi quelli che vi hanno partecipato solo parzialmente) è stato di 364 persone".

Inoltre: "Il 63% dei partecipanti era di nazionalità svizzera, il 37% straniera: gli stranieri assunti nel Programma Lavoro sono dunque stati 135; più precisamente, il 19% dei partecipanti era di nazionalità “europea” (69) e il 18% proveniva da Africa, America e Asia (66)".

Insomma, come sottolina il capogruppo PS: "i dati citati dall’Onorevole Borradori, sia pure relativi alla “seconda fase del Progetto Lavoro”, non sembrano verosimili alla luce di quelli riportati nello studio IRE: Borradori parla di 20 italiani, decisamente pochi se gli stranieri di ogni nazionalità sono stati ben 135".

Ma è la seconda affermazione che stupisce di più Rossi: "Infatti, in una città come Lugano in cui il 39,1% dei residenti è di nazionalità straniera, un programma destinato a prevenire la disoccupazione e l’assistenza è ovviamente indirizzato a tutti i residenti che potrebbero cadere in disoccupazione o in assistenza, dunque anche ai residenti stranieri. In secondo luogo, anche il Regolamento organico dei dipendenti del Comune di Lugano (ROD), che riguarda le nomine e gli incarichi, ammette la possibilità di assumere con incarico candidati di nazionalità estera, mentre li esclude dalla nomina (esclusione che, a prima vista, non sembra neppure compatibile con gli accordi internazionali in materia stipulati dalla Svizzera e tuttora in vigore, che piacciano o meno)".

Fra le "anomalie" del Progetto Lavoro Rossi ne identifica due sulle quali vorrebbe chiarezza: "il citato Rapporto di valutazione dice che tutti i partecipanti erano “residenti nel Luganese”, ma non dice quanti erano residenti a Lugano o in altri comuni della regione. Solo i residenti a Lugano, ci sembra ovvio, sarebbero dovuti essere il target del Programma, poiché interamente finanziato dalla Città. I ricercatori dell’IRE, da me interpellati, hanno indicato che il 17% dei partecipanti al Progetto Lavoro non erano residenti a Lugano: si tratta quindi di ben 62 persone". "Il Progetto Lavoro non poteva certo essere indirizzato a immigrati in cerca di un loro primo impiego in Svizzera (come sembra essere stato il caso della signora Burgarella), perché quel genere di immigrati può rimanere in Svizzera solo a due condizioni: o dispone di un contratto di lavoro, o dimostra di poter sopperire ai propri bisogni senza aiuti pubblici di nessun tipo. Sul caso specifico della signora Burgarella, occorre anche lì un chiarimento perché:non sarebbe comunque potuta essere nominata, ma solo incaricata, e questo in virtù degli art. 5 e 10 del ROD; se, come è stato detto, era la migliore delle 142 candidature ma non rispettava interamente i requisiti stabiliti per la funzione, sarebbe potuta comunque essere assunta tramite incarico, sulla base dall’art. 10, cpv.1, ROD", conclude.

Alla luce di quanto precede, al Municipio viene quindi chiesto di rispondere alle seguenti domande:

- Come si concilia l’affermazione dell’Onorevole Borradori secondo cui solo 20 italiani sarebbero stati assunti nel Progetto Lavoro, con il fatto che il rapporto di valutazione di questo Progetto parla di ben 135 partecipanti stranieri?
- Alla luce delle finalità del Progetto Lavoro, e della quota del 39% di stranieri nella popolazione di Lugano, come si spiega l’affermazione dell’Onorevole Sindaco secondo cui la partecipazione di 20 persone di nazionalità italiana era “di troppo”? Di troppo anche se fossero state domiciliate a Lugano?
- Come valuta Il Municipio il fatto che nel Progetto Lavoro siano state assunte oltre 60 persone non residenti nel Comune di Lugano?
- Quante sono state le persone provenienti dall’estero che si sono stabilite a Lugano (o nel Luganese) proprio perché hanno trovato il loro primo impiego in Svizzera tramite il Progetto Lavoro della Città?
- Chi decideva l’assunzione nel Progetto Lavoro? Il Municipio? I singoli Municipali? Il Municipale a capo del dicastero Giovani ed Eventi? Il funzionario dirigente di quel dicastero? L’Ufficio del personale?
- Come valuta il Municipio la compatibilità dell’art. 5, cpv.1, lett. a del Regolamento organico dei dipendenti del Comune di Lugano con la legislazione di ordine superiore?
- Se fosse vero (non abbiamo ovviamente gli elementi di conferma o smentita) che la signora Burgarella è la migliore delle 142 candidature per la funzione messa a concorso, perché allora non la si assume sulla base dell’art. 10, cpv.1 ROD?

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