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LUGANO«Alla Rosa Nera comandavano tutti»

07.03.17 - 16:40
La Corte interroga gli imputati sulle condizioni poste alle ragazze che lavoravano all’ex postribolo di Chiasso
TiPress
«Alla Rosa Nera comandavano tutti»
La Corte interroga gli imputati sulle condizioni poste alle ragazze che lavoravano all’ex postribolo di Chiasso

LUGANO - Quali erano i ruoli nella gestione degli appartamenti e dell’ex postribolo Rosa Nera di Chiasso? È quanto cerca di ricostruire la Corte delle Assise criminali di Mendrisio, presieduta dal giudice Amos Pagnamenta e riunita a Lugano, nel processo per usura e promovimento della prostituzione. «Tranne me, comandavano tutti» afferma quindi uno dei quattro imputati, un 38enne italiano.

Libertà limitata - L’accusa, rappresentata dalla procuratrice Chiara Borelli, parla dunque di limitata libertà delle ragazze: dovevano rispettare determinate condizioni. Ma gli imputati non ci stanno: si trattava di questioni di sicurezza, non venivano imposte condizioni particolari, sostengono. «Anche se è vero – afferma un altro, cittadino italiano di 47 anni – che si chiedeva loro di arrivare a un certo orario per garantire un determinato numero di ragazze alla clientela».

Quei 150 franchi di cauzione - Alle ragazze veniva inoltre chiesta una cauzione di 150 franchi. Il motivo? «Perché capitava che se ne andassero portandosi via le chiavi, lasciando gli appartamenti in condizioni pietose» spiegano ancora gli imputati. «Ma veniva restituita quasi sempre» assicura una di loro, italiana 40enne. E aggiunge: «Alla Rosa Nera c’era un ambiente familiare, a volte le ragazze si fermavano fino alla chiusura anche solo per divertirsi».

La perizia – Sulla questione delle pigioni richieste per gli appartamenti subaffittati alle ragazze (120 franchi al giorno), il perito architetto Gianfranco Cavadini. Perito che ha quantificato in 150 franchi mensili le spese per le prestazioni extra (quali la sostituzione della biancheria da letto e degli asciugamani). Da qui l’esperto ritiene che per la sublocazione di un monolocale sia adeguata una pigione mensile di 900 franchi (ossia 30 franchi al giorno). L’ulteriore supplemento per il vitto dipende, sempre secondo l’architetto, da quello che veniva offerto.

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