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È quanto emerge dall'autopsia sul corpo della maestra effettuata dal medico legale comasco Giovanni Scola
STABIO - Sono passati quasi tre mesi dall'uccisione di Nadia Arcudi, la 35enne docente di scuola elementare rinvenuta senza vita in un bosco di Rodero ad ottobre. Ma il caso presenta ancora diversi punti oscuri. Sul movente non c'è certezza, sebbene ora sembra prevalga la tesi del delitto commesso per ragioni economiche: ovvero per una diatriba, terminata in tragedia, sulla villetta di via Cava.
Il caso sembra un enorme puzzle a cui ogni giorno viene aggiunto un nuovo pezzo per tentare di formare un quadro definitivo e trovare la verità sul delitto. È di oggi la notizia, anticipata da "La Regione", che Nadia Arcudi sarebbe stata soffocata dal cognato con un cuscino. È la conclusione a cui è giunto il medico comasco Giovanni Scola dopo aver eseguito l'autopsia e gli accertamenti tossicologici sul corpo di Nadia.
A supportare questa tesi, che diverge da quelle precedenti secondo cui la maestra sarebbe stata uccisa con un sacchetto, vi è la mancanza di segni di violenza sul corpo della vittima. Tutto lascia quindi presagire che Egli l'abbia soffocata utilizzando per l'appunto un cuscino.
