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LUGANO«Una colpa da considerare grave»

28.04.16 - 16:07
Nel processo contro il 28enne a processo per stupefacenti e violenza in carcere, parlano le parti. L’accusa chiede due anni e mezzo di detenzione. Per la difesa la pena è da contenere entro 24 mesi
(foto TiPress)
«Una colpa da considerare grave»
Nel processo contro il 28enne a processo per stupefacenti e violenza in carcere, parlano le parti. L’accusa chiede due anni e mezzo di detenzione. Per la difesa la pena è da contenere entro 24 mesi

LUGANO – Una pena detentiva di due anni e sei mesi. È quanto chiede la pubblica accusa nei confronti del 28enne a processo alle Criminali, presiedute da Mauro Ermani, per fatti avvenuti nel 2014 tra le mura del carcere. L’imputato si trovava allo Stampino per scontare una precedente condanna di quattro anni e mezzo per le aggressioni dell’autunno 2010 alla pensilina di Lugano, quando si è reso colpevole di spaccio e consumo di stupefacenti, nonché di atti violenti nei confronti di un altro incarcerato.

«Atti gratuiti e crudeli» - «Sono fatti brutti – afferma il procuratore pubblico Paolo Bordoli – perché sono avvenuti in una struttura carceraria e con una prepotenza gratuita nei confronti della vittima». Nella requisitoria, l’accusa sostiene che «la colpa del 28enne non può non essere considerata grave, anche perché i fatti sono avvenuti mentre stava scontando la sua terza pena detentiva» e parla di «atti gratuiti e crudeli». Il procuratore sottolinea, inoltre, che «bisogna chiedersi come affrontare il problema della pericolosità sociale dell’imputato».

«Rischio di recidiva sopravvalutato» - Una detenzione da contenere entro 24 mesi. E la parte finale della pena da scontare allo Stampino per dare continuità al trattamento con la psicologa e alle relazioni con famigliari e altre persone di sostegno. Lo chiede la difesa, rappresentata dall’avvocato Gabriella Mameli, che contesta solo parzialmente i reati descritti nell’atto d’accusa. «I fatti sono accaduti in un contesto particolare, quello del carcere» ricorda l’avvocato. E nell’arringa si sofferma in particolare sul rischio di recidiva, che i periti hanno valutato come elevato: «Una valutazione sopravvalutata» dice. Oggi, secondo la difesa, la situazione è cambiata. Soprattutto rispetto a quasi cinque anni fa, quando il 28enne si era reso colpevole dell’aggressione alla pensilina: «All’epoca non aveva progetti, non era stato inserito».

Su richiesta delle parti, la sentenza sarà intimata per iscritto.

 
 
 
 

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