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CANTONE“Picchiato e deriso solo perché sono gay”

13.10.15 - 17:54
La storia di un ragazzo e delle sue giornate da vittima
fotolia
“Picchiato e deriso solo perché sono gay”
La storia di un ragazzo e delle sue giornate da vittima

LUGANO - Siamo nel 2015 ma, purtroppo, alcune brutte abitudini sembrano non voler scrostarsi dalla corteccia cerebrale di alcuni individui. Parliamo infatti del bullismo omofobico, una piaga strisciante anche nel nostro cantone. «Mio figlio è da più di una settimana che mangia di malavoglia, piange ed è triste – ci dice mamma Lucia –. Alcuni compagni ultimamente lo hanno preso di mira semplicemente perché è gay». Luca (nome di fantasia, ndr) non ha mai nascosto i suoi sentimenti e ne ha parlato con la mamma. Il problema ora sono le assillanti molestie da parte del classico branco. «Mi incalzano con qualsiasi epiteto, mi spintonano, mi picchiano e cercano ogni pretesto per umiliarmi… solo perché sono omosessuale – sostiene il giovane –. Io non voglio puntare il dito contro la scuola, o le istituzioni, voglio solo rendere nota questa piccola, ma grande problematica. Il motivo è chiaro: anche in Ticino è presente questo genere di bullismo». E lancia un appello a tutti i genitori: «Educate i vostri figli, dite loro di non avere paura e soprattutto di accettare le diversità che la vita ci mette davanti».

Ci vuole prevenzione nelle scuole – Per capire meglio contattiamo Marco Coppola di Zona Protetta: «Gay e lesbiche, nel periodo dell’adolescenza, possono incontrare maggiori problemi perché un utilizzo di un certo linguaggio a scuola, la stigmatizzazione dell’omosessualità, rende il giovane che si sta scoprendo consapevole del fatto che in qualche modo non verrà accettato». Cosa fare dunque? «È possibile rivolgersi a noi, facciamo anche molta prevenzione nelle scuole contro il bullismo omofobico. Ed è importante che anche la scuola comprenda che queste cose accadono. Molte volte ci sentiamo dire “ah, ma queste cose da noi non sono mai successe”».

Un sondaggio che fa riflettere –  Marco Coppola ci snocciola anche alcuni dati di un sondaggio sul tema da noi trattato nell’articolo: “Abbiamo chiesto a circa 600 studenti delle medie e del liceo quale fosse la loro percezione dell’omofobia.

La nostra ipotesi è stata confermata: come c’è in tutto il mondo l’omofobia è presente anche da noi. Secondo i ragazzi intervistati, inoltre, non c’è l’intervento di un adulto o di un'altra persona che faccia interrompere quegli eventi negativi. Io sono convinto che la maggior parte delle volte questi atti non capitano per voler fare realmente del male a qualcuno: è un problema culturale, le parole vengono usate senza dare loro il giusto peso”. L’omosessualità è, per il 34% dei giovani che hanno partecipato al sondaggio, un tipo di relazione affettiva o un modo di essere. “527 ragazzi (l’83% circa degli intervistati) – continua Coppola – hanno dichiarato di sentire parole come f****o, f***cchio, les***ona dette in tono offensivo. Solo il 4% sostiene che davanti a queste offese qualcuno interviene”.

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