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LUGANO"Sì, ammetto tutto"

22.01.15 - 11:01
A processo un uomo accusato di aver abusato del nipotino
"Sì, ammetto tutto"
A processo un uomo accusato di aver abusato del nipotino

LUGANO - Atti sessuali ripetuti con fanciulli, coazione sessuale ripetuta e pornografia ripetuta. Sull'atto di accusa formulato dal procuratore pubblico Nicola Respini non appare il nome dell'imputato. Il caso è particolarmente delicato: la vittima è un bambino, abusato da suo zio, un uomo adulto che giovedì mattina è comparso alle Assise Criminali di Lugano. L'uomo, difeso dall'avvocato Letizia Vezzoni, è accusato di aver abusato sessualmente, in diverse occasioni, di suo nipotino tra il settembre del 2009 e l'inizio maggio del 2013.

L'imputato ha raccontato al giudice Mauro Ermani della sua adolescenza, definita da lui stesso "tremenda", segnata da "violenze fisiche e sessuali", al limite del "sadismo". Un passato difficile, con un padre visto solo due volte in età adolescenziale e un rapporto conflittuale con il patrigno.

L'imputato ha accusato l'uomo, il quale - come ha affermato il giudice - invece ha negato tutto. "Avrebbe potuto ammetterlo, ma non lo ha fatto perché è un bugiardo cronico", ha insistito l'imputato. "Gli atti che ho subito si possono dimenticare, ma non accantonare", ha aggiunto. "Lui ha tentato di farsi perdonare, ma io l'ho bloccato tutte le volte, perché non volevo tornare nel passato".

Un passato che neppure il suo nipotino scorderà facilmente. Il ragazzino era stato affidato a un foyer dopo essere cresciuto in un ambiente familiare difficile. Circostanza, questa, di cui lo zio ha approfittato per portare a termine le sue attenzioni morbose nei suoi confronti.

L'imputato ammette tutti i fatti contenuti nell'atto di accusa. "Sì, tutti", ha dichiarato, ammettendo di avere compiuto una dozzina di abusi, ad esclusione degli episodi di approccio, ossia i toccamenti furtivi e la visione di video pornografici e pedopornografici, avvenuti, come ha dichiarato l'imputato "quattro o cinque volte al massimo".

Ermani ha rimproverato inoltre l'imputato per avere cercato ancora un contatto con il nipote, attraverso una lettera. "Lei deve sparire dalla vita di X., lasciare in pace x.", ha esclamato il giudice.

Dalla perizia psichiatrica fornita viene stabilito che l'uomo è considerato a rischio recidiva basso/moderato, in quanto incapace di identificarsi sessualmente e affetto da disturbo misto della personalità.

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