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CANTONEIl boss di Vacallo al telefono: “Come c… ha fatto? Il direttore della banca è amico suo"

22.12.14 - 10:44
Nuovi particolari dalle intercettazioni telefoniche dell’inchiesta sulla 'ndrangheta tra Ticino e Lombardia
Il boss di Vacallo al telefono: “Come c… ha fatto? Il direttore della banca è amico suo"
Nuovi particolari dalle intercettazioni telefoniche dell’inchiesta sulla 'ndrangheta tra Ticino e Lombardia

VACALLO - Non c’era solo il “banchiere”. A Vacallo, allo stesso indirizzo del “riciclatore ufficiale” della ‘ndrina, il 60enne Franco L. (di spalle nella foto), risulta residente anche il signor D., 46 anni, “boss” della cosca smantellata la settimana scorsa dalla Dda di Milano. Entrambi, inoltre, sono dipendenti di una ditta di Chiasso, dove “risultano avere una stabile attività lavorativa” si legge nelle carte dell’inchiesta. Cosa combinavano in Ticino i mammasantissima? Lo sta appurando in questi giorni, come riferito oggi da 20 Minuti, un’indagine del Ministero pubblico della Confederazione.

In particolare, le indagini si concentrano ora sulla rete messa in piedi dal “banchiere” in Ticino. Secondo gli inquirenti il 60enne disponeva di “entrature nelle banche elvetiche” tali da permettergli di “ostacolare gli accertamenti” sui movimenti del denaro della cosca. Nelle intercettazioni telefoniche, il boss D. parla di un “direttore di banca” ticinese che in virtù di un “forte legame di amicizia” con una terza persona, anche questa ticinese (ma non figura tra gli indagati, ndr.) permetteva alla banda di “effettuare qualsiasi tipo di operazione” in Svizzera. “Come c…o ha fatto? – chiede il boss al telefono con il fratello, anche lui agli arresti – E’ che è un suo amico, capito? Il direttore! Fanno quello che vogliono”.

Non solo. La ricostruzione offerta dagli inquirenti fa emergere un quadro di continui spostamenti, un “andirivieni” dalla Lombardia al Ticino con l’utilizzo di auto con targhe ticinesi “per evitare i controlli alla Dogana”. Il Ticino non solo come luogo di riciclaggio, dunque, ma come punto di incontro e di partenza per viaggi “di lavoro” all’estero legati al narcotraffico, sfruttando l’aeroporto di Lugano. Su questi e altri aspetti faranno chiarezza, nei prossimi giorni, le indagini da questa parte del confine. 

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