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CANTONE"Lei ha dei virus nel suo pc", ma è una truffa

30.10.14 - 10:39
Attenzione, tornano i furbetti della "truffa Microsoft"
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"Lei ha dei virus nel suo pc", ma è una truffa
Attenzione, tornano i furbetti della "truffa Microsoft"

LUGANO - Si chiama phishing, o frode informatica. In entrambi i casi si tratta di tentativi di truffe online, sempre più frequenti. Gli autori, spesso, cercano di ingannare il malcapitato di turno tentando, ad esempio, di farsi consegnare i codici segreti per l'accesso e per la conferma delle operazioni bancarie. Ma non solo.

Una delle ultime novità in fatto di truffe informatiche l'ha scoperta, suo malgrado, una lettrice. "È iniziato tutto con una telefonata dal numero 0016077569642 - spiega -. Dall'altro capo del telefono c'era una persona che si esprimeva in inglese, ma dall'accento non era madre lingua".

Il truffatore, quindi, fa il suo gioco: "Mi spiegano che il mio computer è in costante collegamento con loro e che manda continuamente messaggi. Questo sarebbe dovuto a una serie di virus che loro, con molta gentilezza, si propongono di rimuovere. Come? Mi chiedono di accendere il pc spiegando che mi avrebbero fatto da guida nella procedura".

La lettrice però, a questo punto, storce il naso e inizia a dubitare della cosa. "A me la storia è puzzata un po', quindi ho risposto che al momento non avevo tempo. Mi hanno risposto che non c'era problema e che mi avrebbero richiamato. A quel punto ho digitato il numero di telefono in Google e ho scoperto che si tratta di una farsa. Seguendo le loro istruzioni a quanto pare il pc si blocca e solo pagando soldi lo sbloccano".

Effettivamente, facendo una breve ricerca su internet e inserendo il numero di telefono si risale subito a quella che è denominata truffa Microsoft. E non è nemmeno così "nuova". In sostanza i truffatori che si spacciano per l'assistenza tecnica di Microsoft imbrogliando gli utenti spiegando che nei loro computer è stata rilevata un'infezione e che per toglierla bisogna installare uno speciale software a pagamento, che in realtà è un malware.

Con questo pretesto, inoltre, riescono anche a farsi dare il numero della carta di credito della vittima per “pagare” il software di “assistenza”.

La polizia cantonale ne aveva già parlato. La scelta delle vittime, per quanto noto agli inquirenti, sembra essere casuale.

Come difendersi? Ce lo spiega Mauro Feller, portavoce di Swisscom: "Occorre ricordare che nessuna società o azienda contatta i propri clienti per risolvere un problema informatico, per chiedere informazioni riservate, quali nome utente e password oppure per poter aver accesso, in remoto, a un computer. Mai fornire questi dati quindi". Anche in questo caso, insomma, vige la regola del buon senso.

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