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IBIZA / CANTONE"Ma quale barista? Qui c'è chi vuole ammazzare la mia carriera"

12.09.14 - 15:49
Duro sfogo del cantante ticinese dopo l’articolo pubblicato dal settimanale Chi: "Hanno cercato di fare sensazionalismo. La musica non la lascerò mai"
Ti Press
"Ma quale barista? Qui c'è chi vuole ammazzare la mia carriera"
Duro sfogo del cantante ticinese dopo l’articolo pubblicato dal settimanale Chi: "Hanno cercato di fare sensazionalismo. La musica non la lascerò mai"

IBIZA – Lo hanno dipinto come ormai lontano dalla musica, riciclato in barista a Ibiza, in Spagna. La notizia ha subito fatto il giro dell’Italia e della Svizzera, ripresa da decine di media. Al cantante ticinese Paolo Meneguzzi l’articolo pubblicato dal settimanale scandalistico ‘Chi’ non è proprio andato giù. Una vera e propria bomba a orologeria che mina la credibilità del 39enne nato a Mendrisio. “Hanno cercato di fare sensazionalismo – sostiene Paolo dalla Spagna –, ma io la musica non la lascerò mai. Purtroppo c’è chi vuole ammazzare la mia carriera”. 

Paolo, raccontaci come è andata veramente con ‘Chi’…
"Dunque, premetto che io ho aperto il bar Candy di Ibiza a inizio maggio. Non l’ho fatto da solo, ma con altri amici ticinesi. E non l’ho fatto perché con la musica non girava più. Semplicemente mi piaceva l’idea di fare un simile investimento. Lo fanno tanti personaggi dello spettacolo, perché non avrei potuto farlo io? Un giorno capita al bancone un paparazzo e scatta alcune foto. Successivamente arriva una chiamata dall’Italia. È un giornalista di ‘Chi’ e mi chiede cosa sto facendo". 

E tu?
"E io gli ho spiegato come stavano le cose. Gli ho detto che per scelta non cerco più le copertine dei giornali e vado raramente in televisione. Ma questo non significa che non amo più la musica e che la mia carriera sia in crisi. Semplicemente ho imparato ad accontentarmi, consapevole del fatto che finora ho avuto grandissime soddisfazioni. Poi quando apri un nuovo bar è normale che cerchi di seguirlo, di lanciarlo".
 
Il titolone su ‘Chi’, tuttavia, alludeva a ben altro…
"Hanno voluto spararla grossa, il titolo era volutamente equivoco. E molti altri giornalisti hanno riportato la notizia come caproni, senza nemmeno contattarmi per verificare la situazione. Anche in Ticino lo hanno fatto, sono molto deluso. Questo è pressapochismo. La notizia è stata ripresa senza alcun commento pure da giornali autorevoli. D’altra parte è da quando ho iniziato a cantare che alcuni non mi vedono di buon occhio".
  
Spiegati meglio…   
"Prima dicevano che ero costruito, poi che avevo successo solo perché c’era un manager che pagava per me. Senza contare quelli che sostenevano che fossi gay e che prendessi in giro le ragazzine. Per me non è mai stato facile. Forse perché rappresento un prodotto pop, sono commerciale".
 
Parliamo dei tuoi concerti. Di recente hai cantato a San Giovanni Rotondo, davanti a 10.000 persone. 
"Non è proprio una cifra che si può attribuire a un personaggio in declino. Ripeto, la mia carriera sta proseguendo alla grande. A novembre parto per il Sudamerica, per una serie di 20 concerti. Sono io a essere cambiato un pochino. Cerco maggiore stabilità. Ma la musica per me resta la priorità. Chi mi vuole male si metta il cuore in pace: mi sentirà cantare ancora a lungo".

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