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CANTONEAiuto: la cimice manda in malora i nostri raccolti

23.08.17 - 06:00
Più del maltempo, è l'insetto a pregiudicare la produzione di frutta e verdura. «Qualcuno me l'ha già detto: "Se va avanti così, taglio tutto"»
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Aiuto: la cimice manda in malora i nostri raccolti
Più del maltempo, è l'insetto a pregiudicare la produzione di frutta e verdura. «Qualcuno me l'ha già detto: "Se va avanti così, taglio tutto"»

BELERNA - Se il 2017 passerà alla storia come l'anno del disastro per l'agricoltura elvetica, alle prese ovunque coi raccolti devastati da gelate e grandine, allora la T-shirt dei contadini del Vallese diverrà cimelio. Per recuperare il guadagno che quest'anno perderanno con il vino, sul sito è già in vendita a 29 franchi. Ma l'uva non è il solo frutto ad aver subito grosse perdite. Ci sono le ciliegie della Svizzera nord-occidentale, solo 290 tonnellate invece di 1'450; le albicocche, 8mila invece di 16; le prugne, 800 tonnellate, -10%; le fragole. 

Si stima che, alla fine, la grandine porterà danni per almeno 4 milioni di franchi. Non fa eccezione il Ticino, ma «con 20 ettari di coltivazioni, qui l'incidenza sull'economia è minore rispetto agli altri cantoni», ammette il presidente dell'associazione frutticoltori ticinese Alberto Sassella. Eppure non c'è di che rallegrarsi, dice; al contrario. Da queste parti il problema è anche più serio dell'imprevedibilità del maltempo. Si chiama cimice marmorizzata e, quest'anno, rischia di mandare in malora tutto. 

«Sul piano di Magadino un produttore è stato toccato in maniera grave», racconta.  Mele, pere, pesche, ma soprattutto l'uva e la verdura. «Qui siamo più viticoltori e orticoltori che frutticoltori. Qualcosa si intuiva già anche l'anno scorso, ma gli insetti sono sempre di più e il fenomeno si è accentuato. La cimice attacca tutto, anche pomodori e melanzane». In Ticino, come in Italia, mentre più a nord «per ora non si sente nulla. Il rischio è grosso. C'è chi me l'ha già detto: "Di questo passo, taglio tutto"».

Perché non è solo una questione estetica, che pregiudica il consumo fresco ma si può censurare nei prodotti trasformati, succo in particolare o marmellate. «La rete da grandine non basta. La cimice si infila ovunque e punge il frutto, che in quel punto diventa duro e amaro. E potrebbe alterare anche il sapore di un succo». Soluzioni? «Reti specifiche, ma sono molto costose, o controparassiti che la sconfiggano. L'Italia li sta introducendo, Berna non li autorizza. Dobbiamo aspettare che arrivino da soli».  

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