Code davanti ai wc di bar e negozi per lo shopping natalizio. Gli esercenti: «Basta, chi non consuma non entra». La protesta di un genitore
LUGANO - Quando scappa, scappa. E al popolo di via Nassa, le centinaia di persone che affollano bar e negozi per gli ultimi acquisti natalizi, scappa spesso. «Siamo sommersi dalle richieste di avventori che entrano solo per usufruire della toilette» spiega il gerente del bar Coccodrillo. «In questi periodi di punta registriamo picchi di 20-30 persone al giorno». Non mancano gli episodi spiacevoli: nei giorni scorsi il padre di un bambino di 3 anni, a cui era stato negato l'accesso ai servizi, è quasi arrivato alle mani con il personale. «Si trattava di un'emergenza e ci siamo sentiti rispondere di andare al bagno pubblico» racconta il genitore: «Mio figlio si è fatto la pipì addosso. Sono andato su tutte le furie».
Che fare in questi casi? La legge parla chiaro: gli esercizi pubblici in Ticino non sono tenuti ad aprire le toilette ai non-clienti. «In Italia la norma impone invece agli esercenti l'accesso gratuito al pubblico e questo genera spesso incomprensioni con i visitatori d'oltre confine» spiega Daniele Mani di GastroLugano. «La regola adottata dalla maggior parte dei bar ticinesi è quella di invitare gli avventori a consumare qualcosa».
Così accade anche in via Nassa. «Chi non consuma, non usa il bagno» confermano dal Bar Piccolo, dove però «per i bambini facciamo eccezione». Al Coccodrillo invece «non possiamo essere morbidi visto il particolare afflusso di avventori per i “bisognini”» spiega il gerente. «Questo ha portato già a un paio di interventi della polizia, chiamata dagli avventori, ma ci siamo consultati con il nostro avvocato: l'obbligo non esiste». Il terrore dei negozianti sono le comitive di turisti: «Ne arrivano a decine, intere famiglie che magari senza comprare nulla chiedono di usare il wc» spiegano da un negozio di vestiti. «Effettivamente si tratta di un problema diffuso». Eppure in fondo alla strada ci sono i wc pubblici del Lac. «Forse andrebbero segnalati meglio. Questa situazione crea imbarazzo e stress tra esercenti e avventori» conclude un esercente.