Le due associazioni a difesa del territorio si schierano contro il cambiamento di destinazione d'uso di un terreno a Novazzano
NOVAZZANO - La Sezione della Svizzera Italiana dell'ATA Associazione Traffico e Ambiente e l'Associazione Cittadini per il territorio si schierano contro il cambiamento di destinazione d'uso di un terreno (Mappale 532 RFD) a Novazzano.
Il fondo in oggetto si situa in una zona residenziale definita «estensiva», che cambierà destinazione. Infatti la destinazione d'uso sarà a scopo uffici e call center.
Nell'area è anche prevista la creazione di 42 parcheggi che, come osserva l'ATA, «pare in contrasto con quello derivante dal regolamento cantonale dei parcheggi».
In questo contesto l'ATA e l'Associazione Cittadini per il territorio spiegano i motivi della sua opposizione, che «si inserisce nel discorso più ampio relativo alla pianificazione del territorio, alla saturazione progressiva delle zone edificabili nel fondo valle del Canton Ticino e al conseguente collasso viario e ambientale, che oggi caratterizza tutto il Sottoceneri».
Negli ultimi dieci anni si è assistito ad una saturazione del già limitato territorio a disposizione che ha provocato un aumento considerevole dei prezzi. Nel Sottoceneri (ma ormai il fenomeno si sta estendendo a tutto il Cantone) si sono installate negli ultimi anni ditte internazionali, «spesso specializzate nella cosiddetta logistica», ma non solo. Infatti, «l'insediamento da parte di ditte fornitrici di servizi, a volte legate alla logistica, ma spesso avulse da ogni contesto economico locale come è il caso dei call center internazionali o di agenzie di viaggio virtuali».
Aziende che, attirate dalle condizioni vantaggiose a livello fiscale, come osservano l'ATA e l'Associazione Cittadini per il territorio, lasciano poco al territorio in cui operano. Infatti, «a parte le ricadute fiscali dirette, legate per lo più alle imposte alla fonte, al nostro territorio resta poco, sia in termini di posti di lavoro, che in termini di ricaduta economica complessiva».
Inoltre, aggiungono l'ATA e l'Associazione Cittadini per il territorio, «i costi indiretti che derivano da questi insediamenti possiamo sicuramente dire che la saturazione del fondo valle causata da un'esplosione di richieste di insediamenti, ha causato costi infrastrutturali non indifferenti».
In questo contesto si ripropone quindi la critica ad un modello ticinese di sviluppo che molto dipende da attività e personale provenienti dall'estero e, come detto, ha delle ricadute limitate in termini di ricaduta economica complessiva.
C'è un altro punto sollevato dall'ATA e dall'Associazione Cittadini per il territorio, che riguarda anche la mobilità. «Troppo poco si è guardato al tipo di attività che si è insediata sul territorio. Nessuna riflessione sulla collocazione è stata fatta per le ditte fornitrici di servizi (terziario). Perché nel caso di questo tipo di aziende non si è spinto maggiormente per una loro collocazione all’interno di centri urbani dove i trasporti pubblici sono presenti con un servizio più adatto ai flussi di persone generato dai lavoratori?»