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CANTONE«Abbiamo scoperto un Ticino che ancora non conoscevamo»

23.05.16 - 07:03
I luoghi più autentici del nostro territorio racchiusi in un libro: «Una sorta di ringraziamento a chi mantiene le tradizioni»
Foto Juliette Chrétien
«Abbiamo scoperto un Ticino che ancora non conoscevamo»
I luoghi più autentici del nostro territorio racchiusi in un libro: «Una sorta di ringraziamento a chi mantiene le tradizioni»

GAMBAROGNO - Un angolo idilliaco della Vallemaggia. Un grotto indimenticabile del Mendrisiotto. O semplicemente un affascinante sentiero dimenticato della Val Verzasca. «Ho scoperto che il Ticino non lo conoscevo ancora abbastanza a fondo». Così Pepe Regazzi di Gambarogno, che assieme alla fotografa Juliette Chrétien ha dato vita a “Famiglia nostrana”, un volume di 304 pagine che racchiude 150 suggerimenti per scoprire le prelibatezze meno note del nostro territorio. In particolare passando attraverso il cibo dei grotti più tipici. «Il libro è nato da un precedente progetto (il volume “Ticino ti cucino”, ndr), che aveva riscosso un successo inaspettato ma che non dava spazio a luoghi e prodotti del territorio che spesso restano invisibili» ci racconta ancora l’autore, quarantasettenne allenatore della nazionale elvetica di snowboard freestyle.

I consigli raccolti sul territorio - Per l’autore stesso, diverse perle ticinesi sono state una vera e propria scoperta. «Per stilare una prima lista dei luoghi da visitare e fotografare - ci spiega Regazzi - mi ero affidato a qualche ricerca online e a consigli di conoscenti residenti nelle valli, dalla Leventina al Mendrisiotto». Ma quando il progetto è entrato nel vivo è poi emerso un Ticino ancora più autentico. «Nel febbraio 2015 Juliette e io ci siamo dunque messi al lavoro, e la lista si è allungata con indicazioni ricevute direttamente sui luoghi che visitavamo. In questo modo abbiamo scoperto molte altre prelibatezze».

«Ho visto posti spettacolari» - Regazzi, residente a Gambarogno, ci racconta che prima di dedicarsi alla realizzazione di “Famiglia nostrana” conosceva piuttosto il Sopraceneri. Meno il Sottoceneri. «Nel corso del progetto ho visto cose spettacolari, in tutto il Ticino. È stato un viaggio che mi ha arricchito, sia dal profilo geografico sia per le eccezionali persone legate ai prodotti ticinesi: hanno dentro una passione di cui ti rendono partecipe». Ed è per questo che il libro rappresenta anche «una sorta di ringraziamento a chi mantiene le tradizioni».

L’autenticità nelle valli del Locarnese - Dove portare ospiti che hanno poco tempo per scoprire il Ticino? «Penso che sceglierei la Val Verzasca o la Vallemaggia, che mi hanno colpito molto: sono luoghi in cui possono vedere le meraviglie della nostra terra e dove sono presenti alcuni grotti che sono ancora tipici» conclude Regazzi.

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