Una fatturazione sbagliata si è trasformata in un incubo per R.N., di Paradiso
PARADISO - Una visita dentistica di tre minuti. «Massimo cinque». È iniziata così l’odissea di R.N., imprenditrice di Paradiso che, 6 anni fa, si è rivolta a un medico del Luganese per «un banalissimo controllo - spiega - mi guardò semplicemente in bocca senza fare interventi». Da allora, per colpa di una fatturazione sbagliata (da parte del dentista), la donna è stata travolta da una valanga di ingiunzioni e ha dovuto pagare «già quasi 30 mila franchi» di precetti esecutivi alla propria cassa malati.
Precetti selvaggi - Non è bastato: i precetti continuano ad arrivare. Tanto che R.N., assistita dall'avvocato Samuele Quattropani di Lugano, ha deciso di fare causa alla cassa malati. Si tratta di un caso limite, ma non è l'unico: il problema dell'uso "selvaggio" dei precetti in Ticino (e non solo) è tornato di attualità in questi giorni, dopo che un gruppo di cittadini di Monteceneri mercoledì ha presentato un'iniziativa popolare cantonale per modificare la normativa al momento in vigore.
«Un ricatto bello e buono» - «Chiediamo che il Cantone si attivi» spiega Alessandra Noseda di Sigirino, prima promotrice: «Attualmente è troppo facile presentare precetti, è diventato uno strumento ricattatorio e vessatorio». Nel caso di R.N., nemmeno una decisione della Società ticinese dei medici dentisti - che ha dichiarato non valida la fattura del medico (oltre 1000 franchi) - né la disdetta presentata dalla 50enne alla cassa malati sono bastati a bloccare la pioggia di precetti da parte di quest'ultima. Stessa storia per un altro imprenditore, che chiede di rimanere anonimo: «Per una fattura di 1700 franchi ho dovuto pagarne 7mila a un ex fornitore, affinché ritirasse un precetto» racconta: «Si è trattato di un ricatto bello e buono. E alla fine il precetto è ancora lì».
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