CANTONEIl velo infastidisce l'Occidente: "Chiediamo solo rispetto"

LUGANO - Nelle scorse settimane il Comitato di Egerkingen ha proposto di estendere a tutto il Paese l’iniziativa anti-burqa accettata in Ticino. Ma cosa vuol dire portare il velo? Perché dà così fastidio? Ne parliamo con N. (nome noto alla redazione), musulmana praticante. «In tempi di guerra come questi il velo infastidisce l’occidente perché per la gente è una minaccia, una cosa estranea alla cultura occidentale, un nemico dal quale difendersi», ci dice.

Le spiegazioni che a volte si sentono sono: se vogliono portarlo che lo portino a casa loro, vogliono cancellare la nostra identità cattolica oppure vogliono toglierci la nostra libertà. «Mi devono spiegare di cosa stanno parlando queste persone. Noi musulmani chiediamo solo di essere rispettati come noi rispettiamo gli altri, non imponiamo niente a nessuno ma chiediamo solo di rispettare la nostra religione».

E se un cristiano volesse abitare in un paese islamico? Non ci sarebbero problemi? «Gli occidentali vanno vestiti normalmente nei paesi musulmani. A Sharm in Egitto le donne fanno il bagno in topless, non vedo per quale motivo noi non possiamo vestire alla nostra maniera. Disturba veramente così tanto se andiamo in giro coperte? Un altro mito da sfatare è il fatto che si dice che non si fanno costruire chiese nei paesi musulmani... è falso sono state edificate chiese in paesi come l’Egitto, la Siria, la Tunisia...».

Cosa manca dunque per unire le nostre culture? Semplice: «Ci vorrebbe solo più dialogo».

Non esiste un solo tipo di velo

Chadòr: copre tutto il corpo e lascia scoperto il viso e le mani.
Hijab: serve a coprire il capo, il collo e le spalla. Lascia scoperto il volto naturalmente ed è di solito usato dalle giovani musulmane.
Nikab: il velo copre tutto il corpo ad eccezione degli occhi.
Burqa: è una copertura totale che lascia solo uno schermo davanti agli occhi, lo usano di solito le donne afgane.