Settimana prossima torna in aula un ticinese condannato in prima istanza per violenza sessuale
LUGANO - A poco più di un anno di distanza, un ticinese condannato per stupro a 4 anni e 6 mesi di detenzione dalle assise criminali di Lugano torna in aula. Questa volta sarà di fronte alla corte d’appello di revisione penale.
Processo puramente indiziario, lo ricordiamo, quello che si è tenuto a Lugano nel febbraio del 2014, che ha visto a confronto due tesi diametralmente opposte. "È stato un rapporto consenziente", secondo la difesa. "Picchiata e violentata", secondo l’accusa. Il presunto stupro avrebbe avuto luogo a casa dell’uomo dopo una lite al rientro da una festa la notte tra il 26 e il 27 giugno di cinque anni fa.
A complicare ulteriormente le cose è l’estrazione sociale delle persone coinvolte. Incensurato e libero professionista 50enne lui, 35enne con pesanti problemi di dipendenza da alcol al momento dei fatti – nonché parente diretta di un giudice penale – lei. L’uomo ha sempre ammesso la violenza fisica (lesioni semplici), ma ha sempre fermamente respinto le accuse di violenza sessuale, rapimento e sequestro di persona. A supporto della tesi della difesa l’alto tasso alcolico della vittima al momento dei fatti e il risultato negativo dell’esame ginecologico effettuato la mattina stessa, dopo i fatti, all’Ospedale Civico di Lugano.
L’accusa invece, assicurata dalla Procuratrice pubblica Valentina Tuoni e dall’accusatrice privata, avv. Maria Galliani, si concentrò a dimostrare la credibilità della donna, convincendo la corte delle assise criminali che ha emesso poi la sentenza di colpevolezza per tutti i reati imputati all’uomo. Contro tale decisione l’uomo ha interposto ricorso alla corte di appello e di revisione penale tramite il suo avvocato Elio Brunetti.
La corte di appello sarà presieduta da Damiano Stefani, i giudici a latere saranno Emanuela Epiney-Colombo e Attilio Rampini. La resa dei conti il 23 e il 24 aprile prossimi.