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CANTONE“Mi picchiava tutti i giorni, sistematicamente”

25.11.14 - 06:13
«Sberle, umiliazioni e insulti erano all’ordine del giorno», testimonianze di ordinaria follia nella Giornata contro la violenza sulle donne
“Mi picchiava tutti i giorni, sistematicamente”
«Sberle, umiliazioni e insulti erano all’ordine del giorno», testimonianze di ordinaria follia nella Giornata contro la violenza sulle donne

LUGANO - La Commissione cantonale consultiva per le pari opportunità tra i sessi, in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, ha promosso la campagna “Oltre il silenzio”. Già, perché gli orchi che si trovano dentro casa sono silenti, agiscono indisturbati all’ombra delle mura domestiche.

Senza sosta - Chiara, picchiata ogni giorno - «Io non ho mai detto niente a nessuno – ci confida Chiara –. Mi vergognavo di quello che mi faceva il mio ex marito». La nostra interlocutrice ci porta dunque all’interno dell’incubo nel quale ha vissuto: «Venivo picchiata un giorno sì e l’altro... pure. Mi pestava sempre, sistematicamente, e l’astuzia malata del mio aguzzino non aveva limiti. Non mi picchiava mai in faccia, mai un livido visibile ma...». Tutto era celato sotto i vestiti della donna, sulla sua pelle: «La mia schiena era spesso piena di ematomi. Un giorno, lo ricordo come se fosse ieri, stavo dormendo sul divano. Sapete come mi ha svegliato? Pestandomi con il manico della scopa, dicendomi che ero inutile, mi ha umiliata davanti a nostro figlio. Ci sono volute settimane prima che le ferite sparissero». Per una ferita fisica che si rimargina, altre mille, quelle dello spirito, continuano a riproporsi nella vita di Chiara: «Sono stata con lui 5 anni, il cuore prevaleva sulla ragione purtroppo. Poi una mattina ho fatto le valigie e me ne sono andata con il mio cucciolo. Ma di notte, anche dopo anni di terapia, alcune immagini fanno capolino nei miei sogni e ricasco nell’incubo reale che ho vissuto sulla mia pelle». E a tutte le donne lancia un appello: «Non state zitte, parlate, qualcuno che vi ascolta c’è sempre. Se il vostro amore si trasforma in orco fuggite, non dovete vivere una vita da vittime».

Non solo botte - Sara, trattata come un oggetto – “Mio marito non mi ha mai tirato una sberla, ma per 10 anni sono stata il suo soprammobile in carne e ossa, una sorta di oggettino da tenere in casa e da utilizzare a suo piacimento”. La violenza, a volte, non lascia cicatrici o ematomi ma “è ancora peggio – sostiene Sara –. Mi opprimeva giorno dopo giorno, mi continuava a ripetere che ero incapace, che ero inutile. Quando cucinavo, per esempio, controllava ogni minimo dettaglio. Se qualcosa non gli piaceva o non era fatto come diceva lui, veniva gettato nella spazzatura e le umiliazioni verbali, a quel punto, fioccavano. Quando si arrabbiava era un fiume di odio in piena e io ero il suo bersaglio da mortificare. Inoltre, la casa doveva essere sempre pulita, ma con un bambino piccolo, a volte , capitava che qualche giocattolo era fuori posto. Non vi elenco gli insulti che mi rivolgeva puntualmente”. Poi, la goccia che ha fatto traboccare il vaso: “Mio figlio, che all’epoca dei fatti aveva 5 anni, fece cadere dell’acqua per terra. Senza pensarci mio marito, suo padre, gli ha tirato un ceffone talmente violento da lasciargli impresso sul volto le dita della mano per un paio di giorni. Dopo poche ore ero da un’amica, poi a far denuncia in polizia… sono fuggita dall’inferno in terra. E vorrei dire a tutte le persone che si trovano in situazioni del genere di andarsene, costruirsi una vita con qualcuno che ci ama veramente”.

Violenza - Una sola parola dalle molteplici sfaccettature – La violenza domestica – sostiene la presidentessa della Commissione consultiva pari opportunità tra i sessi Pepita Vera Conforti – può manifestarsi in diverse forme: fisica, sessuale, economica e psichica. Il denominatore comune è il fatto che viene commessa nello spazio privato e che tra le persone interessate sussiste un legame affettivo. Oltre ad avere conseguenze devastanti su chi ne è direttamente coinvolto, questo genere di abuso ha ripercussioni anche sulla società in termini di problemi di sicurezza, di sanità pubblica e di costi”. Il grosso problema si cela nell’ombra:” Le vittime, per la maggior parte donne, tendono a nascondere il problema, si vergognano ad ammetterlo, hanno paura delle reazioni del partner e si preoccupano delle conseguenze economiche – sostiene Conforti –. Purtroppo gli eventi di violenza non fanno che ripercuotersi sulla salute fisica e psicologica di tutti i membri della famiglia, minandone le relazioni e le opportunità di sviluppo”.

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