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BRISSAGO“Facciamo appello alla gente comune”: così rinasce un vecchio cinema

21.10.14 - 06:08
Nato nel 2010, il comitato istituito per salvare l’Arlecchino dalla demolizione ora punta sul crowdfunding per farlo rinascere
“Facciamo appello alla gente comune”: così rinasce un vecchio cinema
Nato nel 2010, il comitato istituito per salvare l’Arlecchino dalla demolizione ora punta sul crowdfunding per farlo rinascere

BRISSAGO - Se il sogno oggi è più vicino alla realtà, un po’ di merito va alle nuove declinazioni di un’economia moderna: meno altezzosa, che non disdegna di scommettere sul popolo, sul suo volere e la sua pur modesta disponibilità finanziaria. È qui, fra la gente comune, che nasce, nel 2010, un’ambizione che la politica locale scantonava, giudicandola troppo onerosa  e scarsa di profitto: antiquata. Mentre il comune di Brissago valutava degna di esser demolita la vecchia sala cinematografica Arlecchino, ideata negli anni Cinquanta da don Annibale Berla, e nel 2002 la dichiarava inagibile chiudendone i battenti,  il paese ragionava su come restituirla alla collettività.

La risposta, oggi, è il crowdfunding: una forma di finanziamento collettivo che attraverso il web raccoglie i contributi dei privati cittadini, aggirando burocrazia e resistenze. Dopo quattro anni di lavoro il comitato promotore dell’associazione Amici e Amiche dell’Arlecchino, che oggi conta oltre 200 soci sostenitori ma gode della simpatia e dell’approvazione di un paese nostalgico del proprio passato, sembra essere giunto a un punto di svolta. “All’inizio eravamo in sei – spiega Fabio Solari - Ci siamo uniti perché volevamo fare qualcosa per l’Arlecchino, che è stato un punto di incontro per più generazioni. La parrocchia, proprietaria dello stabile ma priva dei fondi necessari a riammodernarlo, ci ha dato sostanzialmente carta bianca”. Dall’impegno è derivato un progetto di ristrutturazione che ha deciso di trasformare la sala in un centro polifunzionale, con un palco più ampio e adatto a ospitare altre tipologie di eventi oltre al cinema, il teatro, il cabaret, i dibattiti, che per oltre quarant’anni hanno animato il paese.

“Chi oggi è genitore ancora si ricorda della propria infanzia all’Arlecchino. O gli anziani: nessuno ha dimenticato gli spettacoli dei Finzi-Pasca, della compagni teatro Dimitri, le rassegne cinematografiche ma anche le recite scolastiche”. Sostenuto da nomi illustri come Dimitri o Bernie Schürch, fondatore dei Mummenschanz, il comitato ha dovuto opporsi al “carattere fortemente intrusivo” che, messo nero su bianco nell’articolo 15 del piano regolatore datato 1990, destinava l’edificio alla demolizione. “Di recente il consiglio comunale ha accolto una mozione e si è pronunciato a sfavore del vincolo, che ora il municipio si dovrebbe apprestare a cancellare”.

Ecco dunque che la questione può assumere contorni economici, necessari a rendere plausibile una buona idea. Il denaro necessario a realizzare il progetto, costo stimato fra 1,2 e 1,5 milioni di franchi, sarà   raccolto in duplice modalità: “Da una parte con il fund raising – spiega Roberta Nicolò, professionista cui è stata affidata la stesura del business plan e la realizzazione del nuovo Arlecchino dal punto di vista finanziario – dall’altra con il crowdfunding. Una forma di finanziamento coerente con un progetto che nasce dal basso: il modo migliore, più concreto, per far partecipare attivamente la popolazione alla rinascita del cinema. Non potevamo non prenderla in considerazione”.  Ci si appoggerà con ogni probabilità alla piattaforma ticinese progettiamo.ch, “nostro interlocutore privilegiato”.

 

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