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BERNA / CANTONECentri profughi con filo spinato, il modello ungherese che piace all’UDC

14.05.14 - 14:33
Tre consiglieri nazionali democentristi sono andati in Ungheria per vedere come funzionano i centri d’accoglienza. Rusconi è più moderato: "Solo per i richiedenti asilo problematici"
Foto d'archivio (Keystone)
Centri profughi con filo spinato, il modello ungherese che piace all’UDC
Tre consiglieri nazionali democentristi sono andati in Ungheria per vedere come funzionano i centri d’accoglienza. Rusconi è più moderato: "Solo per i richiedenti asilo problematici"

BERNA - Heinz Brand, Peter Keller e Gregor Rutz sono tre consiglieri nazionali dell'UDC. Il terzetto è reduce da un viaggio in Ungheria. Scopo della trasferta: farsi un'idea su come il paese europeo al confine con uno stato non Schengen affronta la problematica dei richiedenti asilo e dei clandestini.

Il grigionese Brand, come scrive il Blick, esperto in materia di migrazione, è entusiasta di quanto visto nel paese magiaro. "I centri per richiedenti asilo ungheresi sono dotati di reti alte quattro metri e sovrastate da filo spinato, sono videosorvegliati e l'accesso è vietato a terze persone, così come è proibita la libera uscita". Il consigliere nazionale ritiene che questo sia il modello da prendere come esempio in Svizzera. "In questo modo rendiamo il nostro paese meno attrattivo".

Heinz Brand ha le idee in chiaro anche per quanto riguarda i richiedenti asilo problematici: "Sono per la detenzione dei detenuti all'interno del centro. Nessuno può entrare né uscire".

Denise Graf, esperta di questioni legate all'asilo di Amnesty International Svizzera, ha spiegato al Blick che "in nessuno caso è possibile adottare il regime di detenzione preventiva o di reclusione sulla base di una problematica legata alla renitenza". La detenzione è soltanto ammessa se il richiedente asilo ha commesso un reato e se c'è una condanna".

Il consigliere nazionale dell'UDC, Pierre Rusconi, del viaggio in Ungheria dei suoi colleghi di partito svizzero-tedeschi non ne era a conoscenza. "So però che Brand vanta una vasta conoscenza in questo campo", ha specificato. Tuttavia Rusconi –raggiunto telefonicamente mercoledì mattina - non ritiene opportuna la detenzione per i richiedenti asilo che rispettano le leggi e giungono da paesi in guerra: "Centri del genere come quelli descritti non sono idonei alla famiglia che arriva qui e non crea problemi".

Per i richiedenti asilo problematici, invece, Rusconi, è d'accordo per la linea dura:  "Quelli che creano problemi succede spesso e volentieri che scompaiono nel nulla, sono fuori controllo e reiterano gli stessi crimini, come per esempio quelli legati allo spaccio di stupefacenti. Se non li sorvegliamo il problema si acuisce e danneggia proprio coloro che meriterebbero e vanterebbero il diritto di essere ospitati".

Secondo Rusconi è proprio per colpa delle mele marce che ad andarci di mezzo sono quei richiedenti asilo che avrebbero tutto il diritto a trovare rifugio nel nostro paese: "Purtroppo, spesso e volentieri l'opinione pubblica è più influenzata da un delinquente che non da cinquanta persone che rispettano le regole".

I centri d'accoglienza in cui ospitare i richiedenti asilo delinquenti o coloro ai quali non è riconosciuto lo statuto di profugo per il consigliere nazionale UDC potrebbero rappresentare un deterrente con una doppia valenza: "Da un lato riduciamo la microcriminalità e dall'altro proteggiamo coloro ai quali dobbiamo l'asilo. Non siamo mai stati contrari ad ospitare i profughi. C'è una parte che viene qui, non maggioritaria, che non fa altro che gettare discredito sui profughi in generale e crea costi e problemi non indifferenti per la comunità."

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