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CANTONE"Quello slogan incita i giovani a fare sexting"

12.03.14 - 07:25
La polizia lancia un importante opuscolo informativo sulla pornografia. E intanto la sessuologa Kathya Bonatti critica il motto della campagna di Pro Juventute: "Non fa prevenzione".
Foto d'archivio (Keystone)
"Quello slogan incita i giovani a fare sexting"
La polizia lancia un importante opuscolo informativo sulla pornografia. E intanto la sessuologa Kathya Bonatti critica il motto della campagna di Pro Juventute: "Non fa prevenzione".

BELLINZONA - Era successo a dicembre nel Sopraceneri, con una giovane che si era immortalata nuda davanti allo specchio e che aveva inviato l’immagine al cellulare del suo fidanzatino. Lui, però, aveva diffuso a macchia d’olio la fotografia, causando grossi problemi alla ragazza. La storia si ripete quotidianamente nella Svizzera italiana, dove è sempre più allarme per il fenomeno del sexting. A confermare lo stato di allerta, anche l’opuscolo sulla pornografia lanciato ieri dalla Polizia Cantonale e dalla Prevenzione Svizzera della Criminalità. Intanto, ci si interroga su come affrontare l’emergenza. E spunta pure la polemica contro lo slogan della campagna di Pro Juventute. “Non fa prevenzione”, sostiene la sessuologa Kathya Bonatti.

Un messaggio pericoloso – Adolescenti ticinesi messi in ginocchio dal sexting. Cifre esatte non ce ne sono, ma si sa che a essere colpite sono soprattutto le ragazze. “Casi di questo genere sono all’ordine del giorno – spiega Bonatti –. Il fenomeno è davvero diffusissimo. Ci si continua a cascare, l’unico modo per combattere il problema è la prevenzione”. Proprio basandosi su questa premessa, la sessuologa critica pesantemente lo slogan della campagna di Pro Juventute che recita ‘Il sexting può renderti famoso. Anche quando non lo desideri affatto’. “La prima frase è scritta in grande, la seconda in piccolo – puntualizza Bonatti –. Il messaggio è pericoloso, oggi molti adolescenti darebbero l’anima pur di diventare famosi. Pro Juventute, con uno slogan simile, rischia di ottenere l’effetto contrario. Mi sono consultata anche con altri colleghi. Siamo tutti concordi. Peccato perché la campagna, per quanto riguarda i contenuti, è ottima”.

Il sesso è una priorità - Bonatti ne è convinta. Il sesso nella società moderna ha raggiunto un valore tale per cui diventa un modo per esprimersi, per farsi valorizzare. “Ovviamente i ragazzi che scivolano sul sexting hanno qualche disagio alle spalle, qualcosa di irrisolto. Il cattivo esempio arriva poi anche dalle star internazionali”. Sarà, ma intanto il numero di persone che cadono nella trappola è altissimo. “Molti giovani inviano foto erotiche alle persone di riferimento. Poi le relazioni finiscono e succede il finimondo”. Le conseguenze psicologiche per le ‘vittime’ del problema possono essere enormi, a breve e a lungo termine. “Ecco perché occorre agire sulla consapevolezza e fare capire agli adolescenti che abbiamo a che fare con una cosa orrenda. Se invii una foto col cellulare, questa diventa incontrollabile, non la puoi più gestire”.

Giovani influenzabili - Ce l’ha con lo slogan di Pro Juventute, la sessuologa. E sottolinea: “Il cervello umano memorizza concetti espressi in forma assertiva. Per i ragazzi più influenzabili quella frase in grande è deleteria. Tanto più che spesso i giovani si limitano a leggere i titoli e a non approfondire. Bisognerebbe, al contrario, esplicitare che il sexting uccide la dignità, distrugge l’autostima”.

Il ruolo dei genitori - Ilario Lodi, responsabile di Pro Juventute per la Svizzera italiana raccoglie e accetta le critiche. “Ma non cambieremo lo slogan. È stato creato da un gruppo di esperti competenti”. E aggiunge: “Il problema del sexting tra gli adolescenti è serissimo. Ma non può coinvolgere solo i ragazzi. Anche i genitori devono darsi da fare, va fatto un discorso di educazione e non solo di prevenzione”.

Opportunità educativa - Il fatto è che oggi parecchi genitori si trovano un passo indietro rispetto ai loro figli, per quanto riguarda le conoscenze nell’ambito delle nuove tecnologie. Per Lodi, tuttavia, questa non deve essere una scusante. “La difficoltà di instaurare una comunicazione tra le varie generazioni è oggettiva. Ma è un ostacolo che può essere superato grazie alle possibilità di formazione e di consulenza che vari enti offrono, questa situazione critica può diventare una grande opportunità educativa. I genitori non possono permettersi di lasciare i figli abbandonati a loro stessi di fronte a una simile problematica”.

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