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CANTONEIniziativa anti-burqa, si voterà anche il controprogetto

17.04.13 - 16:23
Il Gran Consiglio ha accettato il controprogetto elaborato dal Consiglio di Stato dopo quasi tre ore di discussione in aula
Foto d'archivio (Tipress)
Iniziativa anti-burqa, si voterà anche il controprogetto
Il Gran Consiglio ha accettato il controprogetto elaborato dal Consiglio di Stato dopo quasi tre ore di discussione in aula

BELLINZONA - Dopo una lunghissima discussione in aula, iniziata alle 13:00 di mercoledì 17 aprile, il Gran Consiglio si è espresso sulla iniziativa popolare costituzionale elaborata il 15 marzo 2011 che chiede di vietare alla dissimulazione del viso nei luoghi pubblici e aperti al pubblico. Il parlamento ha approvato il rapporto di maggioranza (relatore Claudio Franscella, PPD) incentrato principalmente nei suoi contenuti sulla questione della sicurezza e dell'ordine pubblico. Il rapporto di minoranza, invece, si basava sui contenuti della iniziativa popolare di Ghiringhelli. 

Verso le 15.40 sono cominciate le operazioni di voto, avvenute in modalità nominale per quanto riguarda il decreto legislativo sull'accettazione del controprogetto del Consiglio di Stato. 
Il gruppo socialista in parlamento si è astenuto. I sì sono stati 41, 25 i no e 15 astenuti
Per quanto riguarda il decreto legislativo generale sulla legge di polizia i sì sono stati 46, 18 gli astenuti e 13 i no. Il popolo sarà chiamato sia a votare sull'iniziativa Ghiringhelli sia sul controprogetto del Consiglio di Stato e avallato dal Gran Consiglio. 

La discussione in aula

E' stata lunga ed è durata due ore e tre quarti. 

Matteo Quadranti (PLR) - Il PLR, tramite il deputato Matteo Quadranti, chiede di respingere l'iniziativa, "che dissimula altri intendimenti", sostenendo il rapporto di maggioranza o a limite approvando il controprogetto. Qual è questo altro "intendimento"? ovvero la "volontà di prendersela con chi non si adegua con gli usi e costumi ticinesi, e con l'Altro in genere". Un'iniziativa che non cambierà lo statu quo e che potrebbe anche accrescere l'intolleranza, osserva il deputato. Quello del burqa è un non problema in termini numerici, ha aggiunto Quadranti, che ha osservato la "superficialità, incompletezza e imprecisioni del rapporto di minoranza che si basa su quanto scritto dagli iniziativisti". I valori del rispetto e della dignità della Costituzione sono tra quei "valori ticinesi" che l'iniziativa si propone di tutelare, e che il divieto del burqa andrebbe a ledere. Le modifiche di legge, conclude Quadranti, devono anche superare vari esami di costituzionalità. 

Stefano Fraschina (Lega) - La Lega dei Ticinesi sostiene attivamente l'iniziativa Ghiringhelli, e appoggia il rapporto di minoranza redatto dal membro del Gruppo leghista Stefano Fraschina. Non si accetta nessuna ingerenza di tipo religioso nello Stato di diritto, ha sottolineato il granconsigliere Felice Campana, soprattutto se di componente integralista. Valori condivisi che sarebbero intaccati, tollerante verso il credo religioso "ma non l'ingerenza".

Alex Pedrazzini  (PPD) Il PPD con Alex Pedrazzini (che ha messo l'attenzione sulla dissimulazione del volto durante manifestazioni sportive e pubbliche), vota sì al rapporto di maggioranza e "ni" a quello di minoranza. Il burqua? Una "bufala" e un problema irrilevante per la sicurezza pubblica: "Nessuno lo scorso anno ha fatto una rapina col burqa". Il Gruppo è favorevole alla proposta indicata dal Governo. "Bisogna evitare un braccio di ferro se si va in votazione popolare: il contenuto è identico" ovvero il divieto di mascherarsi, ammonisce Pedrazzini. "Togliamoci questo burqa politico: a noi non piace vedere passare queste donne, e la sicurezza non c'entra un cavolo" ha concluso perentoriamente Pedrazzini, che ricorda le passate iniziative di Ghiringhelli, per sua stessa ammissione "islamofobo".  L'iniziativa, anche se dovesse passare, vieterebbe l'uso del burqa ma non del niqab e del chador, che velano in parte le fisionomie della donna, anche se non in maniera integrale. 

Francesco Cavalli (PS) - Francesco "Cik" Cavalli, per il PS, ha affermato che "il Ticino non aveva proprio bisogno di quest'iniziativa". In caso di votazione popolare i Ticinesi, ha aggiunto il deputato, litigheranno per un capo d'abbigliamento che hanno visto in televisione, e dimenticheranno per un po' altri problemi, ben più pressanti come la disoccupazione, la violenza giovanile, l'economia eccetera. "Un'iniziativa contro la dissimulazione che è a sua volta mascherata", e che cela dietro alle ragioni della sicurezza una certa dose di xenofobia. Per queste ragioni il Partito socialista respinge l'iniziativa, "che non tutela le donne" aggiunge Cavalli. "Nessuno di noi ha la minima simpatia per il burqa, ma siamo davvero convinti che un divieto rappresenti un aiuto per le donne?". In Ticino, fino al 1968, vigeva il divieto per le ragazze di andare a scuola indossando i pantaloni. Il rapporto di maggioranza "è un tentativo di salvare capra e cavoli", e il controprogetto è il male minore, avendo il pregio di respingere la richiesta di inserire dettami sull'abbigliamento nella Costituzione.

Michela Delcò Petralli (Verdi) - Michela Delcò Petralli, per i Verdi, ha affermato che quello di vietare il velo sembra un problema personale di Giorgio Ghiringhelli, più che un problema per il Ticino. "Non esiste esigenza di ordine pubblico" che richiede il divieto di dissimulazione del volto tramite velo assoluto. La Polizia dispone di sufficienti strumenti per identificare le persone malintenzionate. "Non credo nemmeno nell'effetto preventivo: non sarà certo la paura di una multa a fermare una persona": per essere irriconoscibili non serve un velo integrale, bastano baffi e barba finti. Il vero problema della violenza "sono le armi che tutti noi abbiamo in casa". La proposta di legge, aggiunge la deputata, "è discriminatoria, fondata su ragioni etnocentriche che ci mette in contrasto con la politica d'integrazione e accoglienza". Per tutte queste ragioni il Gruppo dei Verdi ha deciso di bocciare il rapporto di minoranza, lasciando libertà di aderire a quello di maggioranza.

Orlando Del Don (UDC) - Orlando Del Don, favorevole al divieto del burqa chiede di accogliere il rapporto di minoranza e l'iniziativa di Giorgio Ghiringhelli. Il deputato ricorda l'articolo 4 dell'articolo federale per la salvaguardia della sicurezza interna in cui si stabilisce che la responsabilità è demandata ad ogni singolo cantone e che sancisce, in generale, il divieto della dissimulazione del volto. "Non vi è nessun effetto discriminatorio - ha sottolineato il deputato UDC, che ha aggiunto che leggi simili esistono già in alcuni paesi europei. "Vietandolo si faciliterebbe l'integrazione e al contempo si disinnescherebbero i conflitti sin troppo prevedibili". "Seguendo il modello francese, giudicato costituzionale, non viene violata la legge numero dieci sui Diritti dell'Uomo" - ha continuato del Don, che ha aggiunto "Il burqa non ha nulla a che fare con la religione. Il Corano non lo impone".

Matteo Pronzini (MPS-PC) - Dopo Del Don ha preso la parola Matteo Pronzini, deputato dell'MPS-PC, che ha esordito così: "Io non voterò né l'iniziativa né il controprogetto". Secondo il gran consigliere questo tema non è importante rispetto ad altre problematiche più sentite dai ticinesi quali quella del lavoro. "E' tempo perso. Se vogliamo parlare di discriminazione nei confronti della donna parliamo allora della differenza salariale tra uomini e donne". Donne che guadagnano - ha ricordato Pronzini - in Ticino meno che gli uomini. "Se vogliamo parlare di discriminazione delle donne ci sono settimanali che fanno paginate di annunci erotici ogni settimana" ha continuato il deputato della sinistra radicale. 

Sergio Morisoli (Indipendente) - Sergio Morisoli, deputato indipendente, ha esordito parlando di valori ed identità, facendo l'esempio della Svizzera, che è riuscita a trovare una condivisione di valori nella sua lunga storia che dura da oltre 700 anni. Secondo Morisoli "se c'è un momento in cui lo Stato deve intervenire, questo è quello giusto, affinché il peggio non accada"- Morisoli è favorevole al controprogetto. "Chi vuole integrarsi fa di tutto per conformarsi in quello che trova nel proprio paese di origine". "Questa è una misura di tutela della nostra cultura" ha dichiarato il deputato, ricordando l'impossibilitä di reciprocità in molti paesi musulmani e la persecuzione di molti cristiani nel mondo.

Richiesta di rinvio in commissione - Il deputato Maggi ha presentato una mozione d'ordine per definire in modo più dettagliato il dispositivo legale, in particolare il concetto di spazio pubblico. La votazione della proposta di rinvio è stata respinta con 52 voti contrari, 16 favorevoli e due astenuti.

Roberto Badaracco (PLRT) - Dopo la votazione ha preso la parola Roberto Badaracco, deputato del PLR. Per il granconsigliere bisogna evitare di parlare di conflitto di civiltà e bisognerebbe limitarsi all'aspetto riguardante la sicurezza. Il controprogetto è considerato conforme alla posizione del PLRT e chiede di appoggiare il rapporto di maggioranza. 

Giancarlo Seitz (Lega) Giancarlo Seitz è favorevole all'iniziativa Ghiringhelli e contrario al controprogetto. "Il Belgio è in grave difficoltà perché non ha affrontato questa situazione, così come la Danimarca e la Svezia e l'Europa in generale". L'impressione di Seitz è che l'islam voglia imporre il velo e le sue leggi e che quindi è giusto intervenire, prima che il Ticino si ritrovi nella situazione di altri paesi europei, dove il conflitto tra le civiltà si prsenterebbe già.

Carlo Lepori (PS) - Carlo Lepori ha firmato il rapporto di maggioranza e poi spiega: "L'antislamismo è preoccupante come atteggiamento di fondo. Noi nella nostra storia abbiamo costruito uno Stato laico che sa affrontare gli eccessi dell'estremismo religioso. Lo può fare senza demonizzare le persone soltanto per l'appartenenza religiosa". Carlo Lepori non accetta la disparità tra uomo e donna. 

Fausto Beretta-Piccoli, deputato dei Verdi ha detto che "siamo a un non problema, che non esiste" e "l'abito non fa il monaco". Il granconsigliere non appoggia né il rapporto di maggioranza né quello di minoranza. "Risolvete i 100 ragazzi che non hanno il lavoro a Lugano e non pensiamo al burqa. E' un falso problema".

Eros Nicola Mellini, deputato dell'UDC, nel suo intervento ha sollevato dubbi sulla correttezza giuridica del controprogetto e ha citato l'iniziativa Minder: "A una proposta costituzionale non puo essere contrapposto un controprogetto di livello legislativo".

Giorgio Pellanda, gran consigliere del PLRT, si è detto fermamente convinto dell'iniziativa Ghiringhelli e ha firmato il rapporto di minoranza. "Fino al 1971 le donne in Svizzera non potevano votare" ha ricordato Pellanda, che si batte per la parità tra uomo e donna. "Per me questa questione non è una questione di religione né di sicurezza" - ha osservato Pellanda che ha ricordato la frase proferita da una studentessa afghana: "Il burqa non è ne un vestito ma un messaggio politico di sottomissione di una donna". "Le donne musulmane non hanno la libertà di vestirsi come vogliono loro" ha continuato Pellanda, che si è detto un convinto sostenitore della parità tra uomo e donna.  "Il controprogetto non basta. Se il burqa fosse portato anche dagli uomini non mi darebbe fastidio".

Alla fine degli interventi dei deputati a prendere parola è stato Norman Gobbi. Il Consigliere di Stato ha detto in aula di aver firmato l'iniziativa Ghiringhelli e ha ricordato che la norma elaborata dal Governo è essenzialmente di polizia e per assicurare la sicurezza, in particolare per quanto riguarda, per esempio, le manifestazioni o gli eventi sportivi. Il valore fondamentale della nostra società, consacrato dalla Costituzione federale e dalla Corte dei diritti dell'Uomo, sancisce la proibizione di mostrarsi in pubblico a volto coperto".

Dopo Gobbi è salito sul palco Stefano Fraschina, del rapporto di minoranza. "L'iniziativa costituzionale di Giorgio Ghiringhelli ha raccolto quasi 12mila firme e non possiamo permetterci di fare finta di niente. Il burqa è simbolo di sottomissione della donna" ha continuato il deputato e quindi questa iniziativa non si limita di dare una risposta al problema sicurezza, ma non basta. La problematica non va sminuita e chi dice che il problema non esiste mette la testa sotto la sabbia. Fraschina chiede che il rapporto di minoranza venga accolto dal parlamento". 

Claudio Franscella, deputato del PPD, con il suo intervento ha ribadito i concetti più importanti contenuti nel rapporto di maggioranza e ha invitato il Gran Consiglio a votare a favore del rapporto di maggioranza e respingere l'iniziativa costituzionale di Ghiringhelli. Innanzitutto i dubbi giuridici sulla possibilità di contrapporre un controprogetto di rango legislativo non devono preoccupare - secondo Frascella ed è ammissibile perché rispettosa delle leggi ed entrerebbe prima in vigore rispetto ad una iniziativa costituzionale. La maggioranza della commissione ritiene che il divieto di dissimulare il volto sia da ricondurre sostanzialmente a una norma riguardante la sicurezza e ha ribadito la posizione di Norman Gobbi e del Consiglio di Stato. 

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