TICINOQuanta coda per andare a pescare

BELLINZONA – Esplode la voglia di pescare in Ticino. Tanto che le iscrizioni ai corsi di introduzione alla pesca risultano bloccate fino all’autunno. Oltre 600 iscritti e una lista d’attesa più lunga che mai. “È già da un paio d’anni che il trend è questo – sostiene Ezio Merlo, responsabile della formazione in seno alla Federazione ticinese per l’acquicoltura e la pesca –. I pescatori attivi in Ticino sono ormai oltre 6.000, tra chi ha la patente standard e chi ha la ‘turistica’. E il numero è destinato a crescere”.

Paradosso - Da una parte c’è la crisi sempre più accentuata del fiume Ticino, in cui le trote stanno diventando una vera rarità. Dall’altra però c’è un improvviso ritorno alle origini. Il ticinese si riscopre pescatore. “Fa parte della tradizione del nostro cantone – fa notare Merlo –. Questa è un’attività rilassante, che si svolge in mezzo alla natura. Ecco perché piace”. E poi c’è lo spirito di gruppo. “I pescatori – puntualizza – appartengono alle più svariate categorie sociali. Si va dagli operai agli avvocati. Dai giardinieri ai medici. C’è anche tanta gente che proviene dall’est. Dopo il calcio, la pesca è probabilmente il secondo miglior mezzo di integrazione che esista in Ticino”. 

Rabbia - Sono a decine i pescatori rimasti ‘a piedi’, senza la possibilità di svolgere la formazione di base che si tiene a Rivera e che dà diritto alla patente di pesca. Tra loro c’è anche rabbia, frustrazione. “Ne siamo consapevoli – ammette Merlo – e per l’anno prossimo vedremo di aggiustare il tiro. Noi dipendiamo dall’Ufficio caccia e pesca, sono loro a decidere. Purtroppo per adesso queste persone dovranno ripiegare sulla patente ‘turistica’. Certo, comprende delle limitazioni, ma dà comunque la possibilità di pescare in diversi corsi d’acqua ticinesi”.

(P.M.)