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Un messaggio su Facebook è costato il posto a un politico Udc del canton Berna. Ora, i vertici del partito vogliono introdurre corsi specifici per l’uso dei social media
BERNA - «Raccomando vivamente di mettere in testa un sacchetto di plastica ai mascalzoni della sinistra e di chiuderlo con del nastro adesivo». Dopo questo messaggio deleterio pubblicato sul social media Facebook, Ueli Tobler, il portavoce dell’Udc di Steffisburg, nei pressi di Thun, è stato sospeso dal suo incarico. Per l’Udc, questo passo falso sui social media è solo l’ultimo di una lunga serie. Ricordiamo anche quello di Christoph Mörgeli di una settimana fa (riportato da “20 minuti”).
Per evitare errori simili anche in futuro, l’Udc del canton Berna ha deciso di reagire. «L’anno prossimo vogliamo tenere dei corsi speciali in social media», spiega il presidente dell’Udc Berna, Werner Salzmann. Per i corsi, saranno anche chiamati a bordo degli specialisti esterni. Ma il consigliere nazionale Udc e scrittore Oskar Freysinger non è entusiasta dell’idea. «Per chi non è in grado di controllarsi, anche i corsi non servono a molto. Oramai, chi scrive queste baggianate sarà espulso dal partito».
Nel caso di Tobler, però, oltre all’espulsione dall’Udc, la faccenda potrebbe anche avere risvolti giuridici. La polizia bernese ha deciso di avviare un’inchiesta per verificare se si tratta di un atto perseguibile per legge. Lo si legge in una nota pubblicata ieri. Secondo l’avvocato Andreas Meili, le affermazioni di Tobler potrebbero infatti corrispondere alle circostanze di fatto di «pubblica istigazione a un crimine o alla violenza». Per il Codice penale svizzero, un crimine di questo tipo può essere punito con una pena detentiva fino a tre anni o con una pena pecuniaria.
am/mmi
