Lo indica il Servizio delle attività informative della Confederazione (SIC), precisando che mancano le condizioni materiali e formali per farlo
BERNA - Vietare le distribuzioni del Corano in strada come fa attualmente l'organizzazione "Lies!" ("Leggi!") sarebbe irrealizzabile. Lo indica il Servizio delle attività informative della Confederazione (SIC), precisando che mancano le condizioni materiali e formali per farlo.
Il SIC ha formulato un parere legale sulla questione e il direttore Markus Seiler ha scritto una lettera alla conferenza dei direttori cantonali di giustizia e polizia, indica oggi la Neue Zürcher Zeitung (NZZ).
È verosimile che la distribuzione di copie del Corano negli spazi pubblici da parte di "Lies!" ha potuto contribuire o contribuisce a radicalizzare alcune persone e a reclutarle per effettuare viaggi con motivazioni jihadiste, indica il SIC.
Un divieto generale contro la distribuzione di copie del Corano non è possibile, poiché non si può pronunciare un tale divieto nei confronti di persone indeterminate. Inoltre mancano attualmente prove sufficienti contro "Lies!", struttura organizzativa già esistente in Svizzera.
Un'autorizzazione può essere negata se dietro a questa azione vi sono singole persone che minacciano concretamente la sicurezza interna o esterna della Svizzera e se viene utilizzata direttamente o indirettamente per diffondere, sostenere o promuovere attività terroristiche o estremiste. Questo anche se l'azione prevista non pone problemi.
Tuttavia, dal punto di vista giuridico la distribuzione di copie del Corano o della biografia di Maometto non rappresenta nessuna minaccia per la sicurezza. I gruppi islamici che diffondono una visione radicale del Corano non possono essere sorvegliati in maniera preventiva dal SIC. Vietare l'associazione che organizza queste campagne sarebbe sicuramente irrealizzabile, poiché mancano le condizioni materiali e formali. Inoltre la procedura si protrarrebbe per troppo tempo.
La campagna di distribuzione gratuita del Corano "Lies!" è creata sotto forma di associazione ed è dunque difficilmente attaccabile sul piano penale, aveva indicato il Ministero pubblico della Confederazione. Quest'ultimo ha aperto diverse procedure contro persone legate alle operazioni "Lies!" nello scorso novembre.