Criticata da più fronti l'iniziativa “No Billag” ha incassato un “no” agli Stati ma fa comunque paura a Srg Ssr. Vediamo assieme il perché
BERNA - Ieri il Consiglio degli Stati ha cassato l'iniziativa “Sì all'abolizione del canone obbligatorio” (o iniziativa “No Billag”) raccomandando all'unanimità di votare no e senza proporre un controprogetto. Ma di che si tratta? Tentiamo di capirlo, per punti.
Cosa dice l'iniziativa?
La proposta stabilisce che la Confederazione non potrà più imporre al cittadino il versamento del canone radiotelevisivo nemmeno attraverso aziende terze (come la Billag). Se il popolo dovesse dire “sì” l'esistenza stessa di una televisione pubblica sarebbe messa in discussione.
Chi sostiene l'iniziativa?
I giovani dell'Udc e del Plr. Attualmente sono contrari praticamente tutti i grandi partiti. Ancora interlocutoria, invece, la posizione dell'Udc.
Quali sono le motivazioni?
Stando al comitato promotore attualmente la televisione di stato gioverebbe di una situazione di monopolio. La popolazione è obbligata a finanziarla anche se non trova l'offerta di suo gusto.
Quali sono le opposizioni?
Secondo il consiglio federale abolizione del canone avrebbe «un effetto drammatico» sul panorama dei media svizzeri. A essere penalizzate soprattutto le regioni linguistiche minoritarie (come il Ticino e i Grigioni italiani). «In una democrazia diretta è importante che vi sia un'informazione obiettiva e imparziale», scrive l'esecutivo.
Quando andremo a votarla?
Per ora non è ancora chiaro, probabilmente o nell'autunno del 2018 o all'inizio del 2019. In caso di “si” entrerà in vigore a partire dal primo gennaio seguente.
Chi paga e quanto di canone?
Attualmente devono pagare tutte le economie famigliari che hanno una televisione o una radio, attualmente il massimo è poco più di 450 franchi. Dal 2019, invece, visto il passaggio al digitale e al web dovranno pagarla tutti i fuochi ma costerà meno (400 franchi). Il cambiamento è stato approvato dal popolo svizzero chiamato alle urne nel 2015.
Chi ne beneficia?
Soprattutto la Srg Ssr che nel 2015 ha ricevuto più di 1,2 miliardi di franchi. Circa tre quarti del suo fatturato. A radio e televisioni indipendenti sono arrivati invece circa 54 milioni di franchi.
Cosa ne dicono i vertici della Srg Ssr?
«Se dovesse passare l'iniziativa difficilmente potremo sopravvivere», ha confermato a Medienwoche il presidente della Srg Ssr Viktor Baumeler. Gli iniziativisti: «Toccherà alla Srg rimboccarsi le maniche per trovare i finanziamenti».
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