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SVIZZERAL'uscita dal nucleare? «È una grande occasione per l'economia»

21.10.16 - 11:17
Ne è convinto un comitato che rappresenta gli ambienti economici favorevoli all'iniziativa promossa dai Verdi in votazione il prossimo 27 di novembre
Tipress
L'uscita dal nucleare? «È una grande occasione per l'economia»
Ne è convinto un comitato che rappresenta gli ambienti economici favorevoli all'iniziativa promossa dai Verdi in votazione il prossimo 27 di novembre

BERNA - L'uscita programmata dall'energia nucleare potrebbe creare decine di migliaia di impieghi nel settore dell'efficienza energetica, della tecnica edilizia e delle energie rinnovabili. Ne è convinto un comitato che rappresenta gli ambienti economici favorevoli all'iniziativa "per l'abbandono del nucleare", promossa dai Verdi, in votazione il prossimo 27 di novembre.

La modifica costituzionale prevede lo spegnimento delle centrali nucleari di Beznau I e II (AG) e di Mühleberg (BE) già nel 2017, ovvero l'anno seguente l'eventuale accettazione del testo. Gli impianti di Gösgen (SO) e di Leibstadt (AG) verrebbero disattivati rispettivamente nel 2024 e nel 2029, ossia 45 anni dopo la loro messa in esercizio.

Il comitato dell'economia che riunisce oltre 75 imprenditori, accademici e personalità del mondo "borghese". A suo avviso, l'abbandono dell'atomo entro il 2029 non creerà le tanto temute lacune nell'approvvigionamento energetico, bensì rafforzerà il settore idroelettrico, attualmente sotto pressione a causa del basso costo della corrente.

«Lo spettro del black out agitato dai contrari e fatto proprio dal Consiglio federale è una menzogna», ha affermato il copresidente del comitato, il Consigliere nazionale dei verdi liberali bernesi Jürg Grossen.

Per sostituire l'energia prodotta dalle centrali atomiche che verranno via via spente, vi è tempo a sufficienza per migliorare l'efficienza energetica, specie per quanto attiene ai consumi degli edifici, e investire nelle fonti rinnovabili.

«Il nostro immobile che ospita anche uffici, utilizza solo il 20% della corrente necessaria in media a un edificio equivalente», ha affermato Grossen.

Secondo l'ex Consigliere nazionale Yves Christen (PLR/VD), già presidente della Camera del popolo, fissando una data limite per lo sfruttamento delle centrali atomiche attualmente in funzione si faciliterà il compito delle piccole e medie imprese che potranno finalmente pianificare al meglio gli investimenti nelle fonti rinnovabili e nel miglioramento dell'efficienza energetica.

A tale riguardo, Christen ha fatto l'esempio degli ascensori - 180 mila in Svizzera - che consumano più energia stando fermi di quando si muovono. Ebbene, ora sono disponibili soluzioni tecniche che azzerano i consumi quando gli ascensori sono in attesa. «Qualora simili apparecchi venissero installati dappertutto, sarebbe possibile risparmiare la metà della produzione di una centrale idroelettrica», ha sottolineato.

A detta dell'ex deputato, le energie rinnovabili sono mature per prendere il posto dell'atomo. Puntare su quest'ultime potrebbe generare migliaia di posti di lavoro. La Svizzera, ha spiegato, si è contraddistinta in passato per la sua politica industriale innovativa e orientata alla formazione, tutti elementi che ne hanno determinato il successo.

Secondo l'ex consigliere nazionale, la votazione di novembre è una «lotta» tra i fautori dell'economia del passato e i propugnatori dell'economia del futuro basata sull'innovazione. È giunta l'ora insomma di mandare i primi in pensione.

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