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BERNA - La commissione degli affari giuridici del Consiglio degli Stati non vuole irrigidire il diritto di sublocare. Ha rifiutato un’iniziativa parlamentare, che avrebbe limitato a un massimo di due anni la sublocazione, nonché avrebbe imposto al conduttore di dare delle informazioni scritte e dettagliate sulla sublocazione. L’Associazione svizzera degli inquilini (ASI) è contenta di questa decisione.
L’Associazione dei proprietari fondiari vuole porre dei vincoli alla sublocazione. In un’iniziativa parlamentare del suo presidente Hans Egloff (UDC) si chiede che i conduttori rilascino delle informazioni scritte precise e dettagliate sui loro subconduttori e che in ogni caso il contratto di sublocazione abbia al massimo una durata di due anni. Inoltre se il locatore non riceve tutte le informazioni, potrà disdire il contratto in un termine molto ristretto, di soli 30 giorni.
«Le conseguenze si ripercuoterebbero soprattutto sui subconduttori che, senza colpa, si potrebbero trovare in mezzo a una strada. Una limitazione generale a due anni della sublocazione nuocerebbe in particolare ai ricercatori, professori, impiegati di imprese internazionali o ai delegati della Croce Rossa, che spesso hanno delle missioni più lunghe di due anni e desiderano ritrovare il loro appartamento al loro rientro» si legge in un comunicato dell'ASI.
«Le regole della sublocazione sono ormai acquisite e i punti più importanti come l’ammontare della pigione sono disciplinati. Non c’è alcun bisogno di rivederle. Piuttosto sarebbe opportuno intervenire per regolare le piattaforme d’affitto come Airbnb, ma l’iniziativa Egloff non propone alcuna soluzione in materia. Dopo che l’Associazione dei proprietari fondiari ha combattuto la trasparenza della pigione iniziale per delle ragioni burocratiche, è sorprendente che ora voglia inserire un elenco dettagliato di requisiti nella legge, per una semplice autorizzazione a sublocare».
