Il PLR è preoccupato per l'uscita della Gran Bretagna: «Pericolo per i posti di lavoro e l'esportazione». I Verdi: «Speranze di accordi con l'UE ridotte a meno di zero»
BERNA - La storica decisione della Gran Bretagna di lasciare l'Ue rischia di allontanare una soluzione concordata fra Berna e Bruxelles per l'applicazione del 9 febbraio. I negoziati con la Confederazione diventeranno ancora meno prioritari sui banchi europei, affermano, a grandi linee, esponenti politici, osservatori, associazioni e partiti elvetici.
Una soluzione ai negoziati fra Berna e Bruxelles si allontana a grandi passi, secondo il PS, mentre per i Verdi le possibilità di concludere accordi speciali sono "meno di zero". Posizione analoga da parte del PLR, secondo cui per la Svizzera sarà ancora più difficile negoziare. Difficile ma non impossibile, per il PPD, mentre secondo il Nuovo movimento europeo svizzero (NOMES), la questione elvetica "scomparirà dagli schermi a Bruxelles". L'UDC invita da parte sua a non orientarsi unilateralmente in funzione dell'Ue.
Naturalmente partiti e organizzazioni differiscono per quanto riguarda le strategie da adottare. Secondo i democentristi, Berna deve "interrompere immediatamente tutti i negoziati miranti ad avvicinare ancor più la Svizzera all'Ue tramite un accordo istituzionale", per non "saltare su una barca che sta colando a picco". Il partito esige che la Svizzera gestisca l'immigrazione tramite preferenza nazionale, plafond e contingenti.
Secondo l'ASNI (Associazione per una Svizzera neutrale e indipendente), quello odierno è "un giorno di gioia per l'indipendenza e la democrazia diretta della Svizzera". L'associazione chiede ora al Consiglio federale di "porre fine alla politica di lamentele e codardia praticata finora", applicando l'articolo 121a della Costituzione.
Il franco svizzero sarà considerato ancora una volta una moneta rifugio e ciò è preoccupante per i posti di lavoro nel nostro Paese e per l'industria di esportazione, mette invece in guardia il PLR, secondo cui la Confederazione deve fare tutto quanto in suo potere per ridurre in modo indipendente l'immigrazione, senza mettere in pericolo gli accordi bilaterali.
Timori per il franco forte emergono anche da parte sindacale. L'USS si aspetta che la Banca Nazionale Svizzera (BNS) faccia il possibile per combattere questo rafforzamento. Secondo il suo segretario, Daniel Lampart, la BNS deve impedire le conseguenze nefaste del voto britannico sull'economia elvetica.
Travail.Suisse prevede "grossi problemi" per la Svizzera nell'applicazione dell'iniziativa dell'UDC: l'introduzione concordata di una clausola di salvaguardia è ormai compromessa dalla Brexit - rileva - e l'attuazione unilaterale da parte elvetica mette in pericolo gli accordi bilaterali.
Il PS teme per la stabilità del continente europeo. Il modo più veloce per salvare i bilaterali - secondo il partito - è attraverso un controprogetto all'iniziativa "Fuori dal vicolo cieco" (RASA) che garantirebbe la libera circolazione delle persone. Per evitare un nuovo "shock monetario", il partito chiede inoltre al Consiglio federale e alla BNS di prendere misure adeguate per stabilizzare l'economia elvetica.
In controtendenza l'ex consigliera federale socialista Micheline Calmy-Rey che, ai microfoni della radio RTS, si dice convinta che il voto potrebbe addirittura rivelarsi positivo per la Svizzera. "Wait and see" (aspettiamo e vediamo), afferma. A suo avviso alcuni Stati chiederanno più indipendenza e maggiore controllo sulle politiche condotte da Bruxelles e "ciò spingerà Bruxelles a compiere riforme istituzionali".
Per i Verdi la Svizzera ora ha due opzioni: rimanere parte del mercato unico europeo accettando le regole ad esso associate, come la libera circolazione delle persone, o gestire gli scambi con l'Ue attraverso migliaia di accordi separati. Il partito chiede inoltre al governo un voto che chiarisca se si debba o meno proseguire la via bilaterale.
Il PPD è convinto che la Svizzera abbia bisogno di una relazione con l'Ue, così come di bilaterali e sicurezza giuridica. "È nell'interesse del nostro paese", indica in una nota, "l'economia e soprattutto le molte imprese svizzere orientate all'export e all'innovazione hanno ora bisogno di sicurezza e sostegno". Secondo il partito, la BNS deve attuare una politica monetaria prudente e previdente.
Sulla stessa lunghezza d'onda i Verdi liberali. L'applicazione dell'iniziativa sull'immigrazione di massa deve restare l'obiettivo primario della Confederazione, sottolineano. Relazioni bilaterali stabili con l'Ue sono di importanza capitale per la Svizzera, mentre tutto il resto porta ulteriore incertezza giuridica ed è veleno per la piazza economica elvetica, concludono.