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SVIZZERA"Tassare le eredità milionarie non risolve i problemi dell'AVS"

21.04.15 - 15:23
"Tassare le eredità milionarie non risolve i problemi dell'AVS"

BERNA - Le entrata derivanti da un'eventuale tassa federale sulle eredità milionarie non garantirebbero il finanziamento a lungo termine dell'AVS. Per questo motivo, l'iniziativa in votazione il 14 giugno sostenuta dalla sinistra e dai sindacati va respinta, ha indicato oggi a Berna la consigliera federale Eveline Widmer-Schlumpf.

L'iniziativa "Tassare le eredità milionarie per finanziare la nostra AVS (Riforma dell'imposta sulle successioni)", mira ad introdurre a livello federale un tasso di imposizione del 20% per la parte delle eredità che supera i due milioni di franchi, nonché per le donazioni superiori ai 20'000 franchi. Tutto ciò con validità dal primo gennaio 2012.

I sostenitori dell'iniziativa ritengono che la tassazione delle eredità frutterà 3 miliardi di franchi all'anno, somma che verrebbe assegnata nella misura di due terzi all'AVS e il rimanente terzo ai Cantoni. Questi ultimi non imporrebbero più le successioni e le donazioni. Condizioni speciali sono previste per la piccole e medie imprese, affinché non vengano penalizzate.

Tassa su eredità, entrate non assicurate

Per quanto ogni centesimo in più per l'AVS sia il benvenuto, ha dichiarato oggi durante una conferenza stampa la ministra delle finanze Eveline Widmer-Schlumpf, la cifra di 3 miliardi è del tutto teorica dal momento che, se approvata, l'iniziativa prevede esenzioni per le piccole e medie imprese e per le aziende agricole. A seconda insomma della somma esentata - 25, 50, 100 milioni? - le entrate potrebbero variare di molto, ha affermato la consigliera federale grigionese.

Qualora l'iniziativa dovesse essere accolta, mi attendo quindi un lungo e tortuoso dibattito parlamentare su questo punto e altri ancora, ha messo in guardia la consigliera federale. Vista l'incertezza in merito alle entrate, a suo parere un prelievo federale sulle eredità e donazioni non risolverebbe a lungo termine i bisogni finanziari dell'AVS, assicurazione che ha bisogno di basi più solide, come un aumento dell'Iva: 1,5% secondo la Riforma della previdenza 2020.

L'iniziativa prevede anche un'esenzione per dieci anni dalla tassa di successione per gli eredi che decidono di rilevare l'azienda agricola dei genitori. Il testo non dice nulla qualora l'erede fosse costretto causa malattia o fallimento ad abbandonare l'impresa prima di questo lasso di tempo, ha sottolineato la rappresentante del Partito borghese democratico in governo.

Federalismo malmenato

Oltre a non generare gli introiti stimati per l'AVS, un'imposta di successione centralizzata rappresenta secondo Widmer-Schlumpf una forte ingerenza nelle competenze dei cantoni, molti dei quali hanno tra l'altro abolito le tasse di successione per i partner e i discendenti diretti.

È vero che molti cantoni hanno fatto questo passo per mantenersi fiscalmente concorrenziali rispetto ai vicini, ha dichiarato Widmer-Schlumpf, tuttavia vengono pur sempre prelevate tasse di successione sugli altri eredi che fruttano mediamente ogni anno circa 900 milioni di franchi (cantoni e comuni).

L'iniziativa, qualora dovesse essere accolta, avrebbe anche un effetto paradossale: cantoni come Svitto che non hanno mai avuto una tassa sulle successioni e donazioni sarebbero costretti a prelevarla, per poi riversarne una parte alla Confederazione.

Per il presidente della Conferenza dei direttori cantonali delle finanze, Peter Hegglin, l'iniziativa vuole semplicemente introdurre una nuova tassa a livello federale, in barba alla tradizionale autonomia fiscale dei cantoni in quest'ambito, privando nel contempo quest'ultimi di interessanti entrate fiscali.

Hegglin ha ricordato che vi sono cantoni che applicano aliquote fino al 40% sulle successioni destinate agli eredi collaterali. Queste entrate verrebbero a cadere qualora venisse reintrodotta una tassa sulle successioni e donazioni tra padri e figli. Le conseguenze finanziarie per i cantoni potrebbero essere pesanti.

Sia Widmer-Schlumpf che Hegglin hanno criticato tra l'altro l'aspetto retroattivo del futuro prelievo. Dal momento che l'iniziativa, se approvata alle urne, entrerebbe in vigore nel 2017, giudicano sproporzionato, nonché contrario a principi base dello Stato di diritto, un lasso di tempo di cinque anni per il calcolo del dovuto. Il carico amministrativo rischia insomma di generare costi importanti che non vanno presi alla leggera, ha sottolineato il consigliere di stato di Zugo.

Iniziativa dannosa per piazza economica

Tra i difetti dell'iniziativa, Eveline Widmer-Schlumpf ha evocato anche le possibili conseguenze negative sull'attrattiva della piazza economica svizzera, in particolare per i ricchi stranieri e le imprese.

Benché sia difficile prevedere il futuro, vi è il rischio di un'emigrazione di patrimoni verso altri lidi, come l'Austria, paese che non applica tassa alcuna sulle successioni. Va tenuto conto, inoltre, che l'esistenza di un simile prelievo potrebbe avere un effetto dissuasivo per chi fosse intenzionato a stabilirsi da noi, ha messo in guardia la ministra PBD.

Rispondendo ai sostenitori dell'iniziativa secondo i quali una tassa sulle eredità milionarie è necessaria per ridurre il divario crescente tra una casta di super ricchi e il resto della popolazione, Eveline Widmer-Schlumpf ha fatto notare che in Svizzera i patrimoni vengono pur sempre tassati. Tutti i cantoni conoscono un simile balzello. Insomma, anche i ricchi pagano.

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