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SVIZZERA / STATI UNITIDati degli impiegati di banca, il Consiglio Federale non ha posto condizioni

27.09.12 - 18:56
Conflitto fiscale con gli Stati Uniti, SwissRespect critica l'operato della massima istituzione elvetica. Non richiesta "l'osservanza rigorosa del diritto svizzero"
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Dati degli impiegati di banca, il Consiglio Federale non ha posto condizioni
Conflitto fiscale con gli Stati Uniti, SwissRespect critica l'operato della massima istituzione elvetica. Non richiesta "l'osservanza rigorosa del diritto svizzero"

BERNA - Il Consiglio federale non ha posto alcuna condizione alla trasmissione di dati di impiegati di undici banche elvetiche nell'ambito del conflitto fiscale tra la Svizzera e gli Stati Uniti, afferma SwissRespect. In particolare l'autorizzazione non era vincolata al rispetto del diritto elvetico.

"Contrariamente alle affermazioni fatte e ripetute dalla signora Widmer-Schlumpf, questa autorizzazione non era sottoposta ad alcuna condizione, soprattutto l'osservanza rigorosa del diritto svizzero, in particolare della legge sulla protezione dei dati e del diritto del lavoro", scrive in una nota odierna SwissRespect, organizzazione "per la difesa degli interessi della Svizzera contro gli attacchi al nostro ordine giuridico ed economico da parte di 'partner' che cercano di destabilizzarci".

 

SwissRespect basa le sue affermazioni sull'autorizzazione trasmessa alla banca HSBC dalla Segreteria di Stato per le questioni finanziarie internazionali (SFI) il 4 aprile scorso. Una missiva di cui l'associazione ha pubblicato una copia sul suo sito internet.

 

In seguito al permesso rilasciato dal Consiglio federale alle banche di trasmettere alle autorità americane dati sui propri dipendenti sono scaturite diverse azioni giudiziarie, in particolare con l'obiettivo di ottenere i documenti e le informazioni consegnate agli Stati Uniti nonché la prova scritta dell'autorizzazione del governo.

 

Il Ministero pubblico della Confederazione ha archiviato in agosto una di queste denunce, inoltrata da un ex dipendente della HSBC contro il Consiglio federale, l'Autorità di sorveglianza dei mercati finanziati (FINMA) e il vecchio datore di lavoro. In seguito a questo ricorso, Douglas Hornung, avvocato del querelante nonché attivo presso SwissRespect, ha potuto avere diversi documenti, tra cui quello in cui il governo autorizza gli istituti a trasmettere dati sui loro collaboratori.

 

Contattata dall'ats, la portavoce della SFI Anne Césard ha ricordato che il Consiglio federale ha indicato alle banche che potevano difendere i loro interessi negli Stati Uniti senza rendersi punibili in virtù dell'articolo 271 del Codice penale (Atti compiuti senza autorizzazione per conto di uno Stato estero). Tuttavia, sta a loro soppesare gli interessi prima di consegnare i documenti, in particolare per ciò che riguarda la protezione dei dati e il diritto del lavoro, ha aggiunto.

 

SwissRespect è pure stupita del fatto che la decisione del Consiglio federale sia al contempo individuale e collettiva nel senso che sembra essere accordata a priori alle undici banche interessate ma notificata personalmente a ciascuna di esse. Stando all'associazione il governo ha sempre indicato di non aver fatto altro che rispondere alle sollecitazioni di certi istituti, ma in realtà ha concesso una sola autorizzazione globale per le banche in questione.

 

Secondo Hornung almeno tre degli 11 istituti - Hapoalim, Leumi e Mizrahi - non hanno consegnato alcuna informazione alle autorità americane, e la mancata collaborazione non ha peggiorato la loro situazione mentre il Consiglio federale giudicava la cooperazione vitale.

 

SwissRespect deplora che il governo sacrifichi "oltre 10'000 persone, e le altre che lo saranno in futuro visto che l'autorizzazione avrà effetto fino al 31 marzo 2014, a beneficio degli interessi privati, piuttosto che vegliare, com'è suo dovere, sul rispetto della sovranità dello Stato di diritto svizzero".

 

La ministra delle finanze Eveline Widmer-Schlumpf ha ripetuto a più riprese che non c'erano alternative e che la decisione permette di slavare impieghi ed evitare nuovi "casi Wegelin", dal nome della banca privata sangallese si è "autodistrutta" in seguito a una causa negli Stati Uniti.

 

Intanto ieri il tribunale di prima istanza di Ginevra ha intimato a Credit Suisse il blocco della trasmissione agli Usa di documenti e di dati concernenti un suo dipendente. Si tratta di un provvedimento superprovvisionale in attesa che venga deciso sul merito del contenzioso. Il giudice afferma che al momento attuale non vi è alcun interesse pubblico o privato preponderante che giustifichi il passaggio di dati personali alle autorità americane.

 

Il provvedimento è un chiaro segnale alle banche: i loro dipendenti hanno dei diritti che vanno rispettati, scrive in una nota odierna l'Associazione svizzera degli impiegati di banca (ASIB). Quest'ultima è impegnata da diversi mesi a favore dei collaboratori delle banche, in particolare quelli attivi negli istituti in questione. L'obiettivo è la conclusione di un accordo con l'Associazione padronale delle banche in Svizzera e/o l'Associazione svizzera dei banchieri il quale garantisca che ogni persona il cui nome figuri sui documenti consegnati agli USA venga informata e che i danni conseguenti alla trasmissione vengano riparati. L'ASIB è particolarmente preoccupata per gli svantaggi professionali che potrebbero derivarne. Il problema va risolto in maniera collettiva nell'interesse di tutte le parti coinvolte, ma soprattutto nell'interesse della piazza finanziaria, afferma l'organizzazione.

 

Ats

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