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VAUDMaltrattano il neonato, 36 e 9 mesi di prigione

09.12.16 - 17:26
Condannata una coppia di 24enni per aver gravemente scosso il loro bebè di un mese
tipress
Maltrattano il neonato, 36 e 9 mesi di prigione
Condannata una coppia di 24enni per aver gravemente scosso il loro bebè di un mese

NYON - Il Tribunale correzionale di Nyon (VD) ha condannato oggi una coppia di 24enni per aver gravemente maltrattato il loro bebè durante il suo primo mese di vita nel novembre del 2014.

L'uomo, il principale condannato, è stato giudicato colpevole di lesioni gravi e condannato a una pena detentiva di 36 mesi, 18 dei quali da scontare. La compagna invece a 9 mesi sospesi con la condizionale. Il Ministero pubblico aveva chiesto due anni e mezzo di prigione per la donna e tre anni e mezzo per l'uomo. I due sono stati inoltre condannati a versare un'indennità di 30'000 franchi alla bimba quale riparazione morale. La procuratrice ha affermato che non ha ancora deciso un eventuale ricorso.

Secondo i giudici, la colpevolezza del giovane è «molto grave», ha dimostrato una «preoccupante mancanza di empatia» e fatica «a riconoscere la gravità dei suo atti». La madre invece ha espresso rimpianti che «sembrano sinceri».

La corte ha concesso una leggera diminuzione della responsabilità penale nonché una «negazione della gravidanza» della madre, a cui si è associato il compagno. Entrambi non hanno potuto prepararsi ad essere genitori e non sono riusciti a rispondere alle loro responsabilità.

L'uomo ha scosso violentemente il bebè per farlo smettere di piangere. Lo ha anche colpito con un pugno nelle costole e lanciato a più riprese da un'altezza di 60 centimetri su un letto, rompendogli le costole. La donna ha inferto altri maltrattamenti meno gravi.

Trasportata d'urgenza all'ospedale universitario di Losanna (CHUV) la piccola, che aveva perso conoscenza, ha dovuto essere rianimata. Dopo il ricovero la neonata è stata portata in una struttura per bambini e soffre oggi di un ritardo nel linguaggio e di un problema di asimmetria degli arti.

La donna si reca attualmente ogni settimana all'istituto e sembrerebbe - secondo i giudici - essere riuscita a ricostruire un legame con la bimba «nonostante le sue carenze».

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