SVIZZERA / INDONESIAMortale a Bali, il ragazzo non era ubriaco. La madre: «Ridatemi mio figlio»

BALI - Aveva un sogno, diventare istruttore subacqueo. È per questa ragione che Alex*, due mesi fa, si era trasferito in Indonesia. Sabato però il suo sogno si è sbriciolato su quelle rocce, in riva al mare, contro le quali lui e l'amica francese che lo accompagnava hanno perso la vita, dopo essere usciti di strada con la moto. La stampa indonesiana ha subito additato l'eccessivo consumo di alcol quale responsabile, ma così non sarebbe.

Gli amici del 23enne vodese, che si trovavano in sua compagnia fino a pochi minuti prima del dramma, smentiscono infatti questa versione sulle pagine odierne di Le Matin. E anzi, accusano i media locali di sporcare la memoria del giovane, tentando di occultare l'unica verità: le pessime condizioni di sicurezza sulle strade balinesi. «A Bali, le agenzie di noleggio di motoveicoli non offrono nemmeno l'equipaggiamento per circolare in modo sicuro» ha dichiarato uno degli amici al quotidiano romando. «La stampa indonesiana racconta qualsiasi cosa pur di proteggersi. Quella strada non è neanche illuminata. Non importa se uno circola di giorno o di notte, è un percorso mortale ed è una vergogna», ha concluso.

Un altro macabro dettaglio è inoltre emerso durante la ricostruzione: alcuni passanti si sono fermati a ridere e a scattare alcune foto ai due cadaveri sull'asfalto. Contattata da Le Matin, la madre di Alex ha precisato di essere stata informata della morte del figlio quando la notizia era oramai di dominio pubblico. «In questo momento voglio solamente riavere mio figlio», ha confidato la donna al quotidiano.