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L'ex diplomatico, grande difensore dell'adesione della Svizzera all'Unione europea, aveva 70 anni
BERNA - L'ex diplomatico svizzero Luzius Wasescha è morto. Aveva 70 anni. Già ambasciatore presso l'Organizzazione mondiale del commercio (WTO/OMC), il grigionese era un fervente europeista. Le cause del decesso non sono per ora note.
«È stato un uomo di convinzioni (...), profondamente umano» scrive il professor Gilbert Casasus in un necrologio pubblicato oggi sul sito internet del settimanale romando "L'Hebdo".
Wasescha era stato ambasciatore della Svizzera alla WTO dal 2007 al 2012 e ambasciatore presso l'Associazione europea di libero scambio (AELS/EFTA) a Ginevra. Il grigionese era un fervente difensore dell'adesione della Svizzera all'Unione europea e aveva criticato a più riprese la politica della Confederazione troppo centrata sulla via bilaterale.
«Abbiamo detto che volevamo l'adesione, e abbiamo fatto tutto il contrario», aveva detto in un'intervista pubblicata dal "Tages-Anzeiger" e dal "Bund" il 20 dicembre 2012. L'ex ambasciatore, ormai in pensione, si era detto persuaso che entrare nell'Unione europea sarebbe stata la migliore cosa da fare fin da subito.
Dopo il sì popolare del 9 febbraio 2014 all'iniziativa dell'UDC «contro l'immigrazione di massa» aveva sottoscritto un "appello europeo" con altre 32 personalità note, tra cui la ex consigliera federale Micheline Calmy-Rey, con l'intento di raggruppare gli sconfitti delusi.
Dal 2013, Wasescha presiedeva la Comunità d'interesse per il settore agroalimentare svizzero (CISA), una lobby che si impegna per un accordo di libero scambio agricolo con l'Ue.
