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BERNAUna mozione pagata 7.000 franchi

06.05.15 - 19:32
La consigliera nazionale Christa Markwalder (PLR) voleva migliorare le relazioni tra Svizzera e Kazakistan. Ma la sua mozione è stata pagata da un partito di opposizione dello stato centroasiatico
Una mozione pagata 7.000 franchi
La consigliera nazionale Christa Markwalder (PLR) voleva migliorare le relazioni tra Svizzera e Kazakistan. Ma la sua mozione è stata pagata da un partito di opposizione dello stato centroasiatico

BERNA - Ha trovato ampio spazio nei media online svizzero tedeschi il caso della consigliera nazionale liberale radicale Christa Markwalder, che il 21 giugno scorso, ha presentato all'attenzione del governo una mozione praticamente voluta dal leader di un partito di "opposizione" in Kazakistan.

La deputata bernese chiedeva in che modo la Svizzera avrebbe potuto appoggiare il processo di democratizzazione nel paese centroasiatico.

La Neue Zürcher Zeitung ha pubblicato oggi i dettagli di una fattura emessa dall'agenzia di marketing Burson Marsteller, nella quale sono stati conteggiati:

- l'elaborazione del testo della mozione
- l'incontro con la parlamentare CM (intesa come Christa Markwalder)
- traduzione e spedizione ai clienti (in Kazakistan)
- diversi ritocchi
- stesura del testo conclusiva
Totale costo: 7.188,40 franchi

All'origine del caso, (o meglio "il committente"), vi è Asat Peruashev, leader del partito di opposizione liberale Ak-Schol che, attraverso, Markwalder, a suo dire inconsapevole, ha cercato di migliorare l'immagine e i rapporti tra il suo paese e la Svizzera. Come fa notare la Neue Zürcher Zeitung, il partito di Peruashev sarebbe comunque fedele al regime governativo kazako che vede un solo uomo al potere, Nursultan Nazarbayev, primo segretario del partito comunista del Kazakistan nel 1989 ed eletto presidente l'anno successivo. L'intenzione di Peruashev pareva fosse quella di migliorare l'immagine del suo paese in Svizzera. Inoltre, come si legge su 20min.ch, il leader del partito Ak-Schol riteneva molto importante riuscire ad ottenere l'estradizione di Viktor Chrapunov, ricercato dalla giustizia in Kazakistan, e rifugiatosi a Ginevra.

Ed ecco che nel febbraio del 2013 si è tenuto un incontro tra Peruaschew e Marie-Louise Baumann, che lavora presso la Burson-Marsteller (Schweiz), l'azienda di marketing citata prima. Baumannn faceva parte della segreteria generale del PLR e a Berna dispone di una vasta rete di contatti politici. Profilo questo adatto ai fini di Peruashev, che puntava ad accedere al mondo politico svizzero che conta per poter influenzare l'opinione dell'élite economico-politica elvetica.

Baumann ha organizzato incontri con diversi rappresentanti politici a Palazzo federale, tra i quali figura appunto la Markwalder. "Peruashev si è presentato come un esponente dell'opposizione liberale kazaka credibile, che si impegnava per la libertà di commercio, contro la corruzione e per i diritti umani e mi è sembrato degno di essere sostenuto", ha dichiarato la consigliera nazionale bernese alla NZZ.

Baumann ha ideato e dato forma alla mozione, in cui, come detto, si chiedeva al Consiglio federale in che modo veniva appoggiato il processo di democratizzazione in Kazakistan. La prima stesura del testo è stata quindi fatta tradurre e spedita in Kazakistan. I kazachi, a loro volta, hanno ritoccato i contenuti e hanno rispedito il testo in Svizzera.

Di tutta questa procedura la Markwalder dice di non esserne stata a conoscenza e di essere "scioccata per il fatto che Baumann abbia lavorato d'intesa con i kazachi e abbia seguito ogni passo della procedura senza dimostrare trasparenza alcuna nei miei confronti. Non è tollerabile che vi sia qualcuno incassi dei soldi se io presento una interpellanza che ha lo scopo di migliorare i rapporti tra Kazakistan e Svizzera".

E Baumann cosa dice sulla vicenda? Ammette che avrebbe dovuto essere più diffidente nei confronti di Peruaschew ma di non essere stata in nessun modo al servizio del governo kazako.

Il caso riapre una vecchia questione: il lobbysmo politico in Svizzera.

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