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GINEVRARavioli? No, cocaina

04.05.15 - 09:11
Le Guardie di confine ginevrine hanno messo le mani su un pasto davvero "bollente"
gardes-frontière genevois
Ravioli? No, cocaina
Le Guardie di confine ginevrine hanno messo le mani su un pasto davvero "bollente"

GINEVRA - Quelli fatti dall'uomo fermato negli scorsi giorni alla guida di una berlina, immatricolata in Germania, non erano acquisti come tutti gli altri. Mentre si trovava in autostrada, diretto verso Lione, l'automobilista, un 30enne originario della Sierra Leone rifugiato in Francia, è stato oggetto di un controllo nato da un'operazione congiunta tra le Guardie di confine di Ginevra e la dogana francese. L'uomo, infatti, corrispondeva al profilo dei locali trafficanti di cocaina.

Nella sua auto, apparentemente, vi erano però solo dei ravioli in scatola e delle patatine fritte. Peccato che dentro le confezioni vi fossero invece ben 585 grammi di sostanze stupefacenti per un valore di oltre 52.000 franchi.

"La pasta c'era, ma nascosto nella scatola vi era anche un sacchetto pieno di polvere", spiega Michel Bachar, portavoce delle guardie di confine di Ginevra. "È un luogo comune pensare che l'odore del cibo - pepe o caffè - possa impedirci di scovare gli stupefacenti".

Insomma, nascondere la droga negli alimenti non è un'idea particolarmente geniale, e nemmeno una novità. "Ne abbiamo trovata nei merluzzi o nelle bottiglie di alcolici, per esempio. Ammetto che questa è la prima volta che ne troviamo dentro ai ravioli", aggiunge il portavoce.

Con i cani e gli strumenti elettronici, questa tattica è spesso destinata al fallimento. Ma non rende comunque la vita facile agli agenti. Per trovare la droga, infatti, si rischia di danneggiare il cibo. Anche quando chi lo trasporta è innocente.

"In questo caso dobbiamo rimborsare chi ha subito il danno", conclude Bachar. Intanto, le guardie di confine riceveranno in autunno nuovi strumenti utili nella rilevazione della droga.

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