Cerca e trova immobili

BERNAPiù medici per il suicidio assistito

19.11.14 - 09:25
Tre quarti dei medici che hanno partecipato a uno studio dell'Accademia svizzera delle scienze mediche, ritengono che gli operatori dovrebbero essere in grado di fornire assistenza al suicidio
Più medici per il suicidio assistito
Tre quarti dei medici che hanno partecipato a uno studio dell'Accademia svizzera delle scienze mediche, ritengono che gli operatori dovrebbero essere in grado di fornire assistenza al suicidio

BERNA -  Fornire assistenza al suicidio è una pratica fondamentalmente difendibile. A sostenerlo sono tre quarti dei medici svizzeri che hanno partecipato allo studio dell'Accademia svizzera di scienze mediche (ASSM). Solo una minoranza è però pronta a passare all'atto.

"Questi risultati mostrano l'ambivalenza del corpo medico a questo proposito", ha precisato all'ats la vicesegretaria generale dell'ASSM Michelle Salathé. Secondo lo studio, pubblicato oggi, sono pochi i medici che attualmente praticano l'assistenza al suicidio.

I questionari sono stati inoltrati a 4800 medici scelti a caso e 12 sono stati interrogati individualmente. I formulari ritornati sono stati 1318, il 27%. Meno della metà dei partecipanti può immaginarsi situazioni in cui sarebbe personalmente pronto a fornire questo tipo di assistenza. Un buon quarto tollera la pratica senza essere tuttavia pronto ad attuarla.

Malati in fin di vita - Per la maggioranza dei medici, l'accettazione dell'assistenza al suicidio dipende dalla situazione concreta: più è chiara la diagnosi di una malattia somatica e la fine della vita è vicina, maggiore è l'accettazione della pratica. Mentre tre quarti dei partecipanti la rifiuta in persone anziane ma in buona salute e più della metà in persone che soffrono di problemi psichici.

L'approvazione dei medici varia inoltre secondo la loro specializzazione e il luogo di lavoro (studio medico, ospedale), l'età e l'esperienza in materia.

Richieste di assistenza - Quasi la metà dei partecipanti è stata confrontata almeno una volta con una domanda di assistenza al suicidio. Un quarto è stato incaricato almeno una volta di verificare se le condizioni necessarie venivano soddisfatte. La maggioranza ha svolto questi controlli raramente ma qualche caso isolato li ha già fatti almeno 50 volte.

I medici che hanno indicato di aver praticato almeno una volta l'atto, che dal punto di vista giuridico è considerato come un'assistenza al suicidio, sono pochi: 111 su 1328. Di regola, si tratta della prescrizione del medicamento letale. In tre quarti dei casi era coinvolta un'organizzazione di assistenza al suicidio.

I risultati non possono essere generalizzati all'insieme del corpo medico visto il tasso di partecipazione ridotto. Essi riflettono però l'atteggiamento dei medici interessati alla tematica, sottolinea l'ASSM.

Dibattito nella società - Lo studio ha preso spunto dalle discussioni condotte ormai da molti anni sul tema e sul ruolo del corpo medico in questa pratica, aggiunge l'accademia.

Le direttive dell'ASSM sull'assistenza al suicidio sono state realizzate dieci anni fa e verranno modificate prossimamente. I risultati dell'inchiesta e del Programma nazionale di ricerca "Fin de vie", ancora in corso, verranno presi in considerazione nella revisione.

Ats

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
COMMENTI
 
NOTIZIE PIÙ LETTE