BERNA - Il servizio civile non rappresenta un pericolo per gli effettivi dell'esercito e, pertanto, non è necessario prendere ulteriori provvedimenti per abbassare il numero di coloro che sceglie questa strada. È quanto ha constatato il Consiglio federale sulla base del terzo rapporto detto sulla "prova dell'atto".
Il documento analizza gli sviluppi osservati dal 2012, quando venne pubblicato il secondo rapporto, e la relazione del servizio civile con l'esercito di domani, si legge in un comunicato odierno del Dipartimento federale dell'economia, della formazione e della ricerca (DEFR).
Analizzando il testo, commissionato due anni fa, il governo è giunto alla conclusione che - nelle stesse condizioni di partenza - il servizio civile non mette in pericolo né gli attuali effettivi dell'esercito né quelli previsti ai sensi dell'Ulteriore sviluppo dell'esercito (USE).
Inoltre, sempre secondo questo documento, l'esecuzione del servizio civile è garantita: l'organo preposto (ZIVI) applica coerentemente le norme legislative in materia ed è riuscito a incrementare sia l'efficienza che la qualità.
Ats