È successo a un (esasperato) 79enne che prima è stato condannato ma poi ha fatto ricorso e, alla fine, è stato assolto
SOLETTA - Ci sono poche cose più fastidiose del terrorismo telefonico degli operatori di call-center, su questo siamo d'accordo. Ma occhio a reagire con troppa violenza, c'è chi è finito... davanti al giudice. È il caso di un 79enne solettese che, contattato per un sondaggio telefonico nel 2015, ha letteralmente perso la testa rischiando di pagarla molto cara.
Se inizialmente ha risposto «no, non sono interessato, grazie e per favore non contattatemi più», quando dall'altra parte della cornetta si è sentito rispondere: «potrebbe magari passarci qualcuno del suo nucleo famigliare interessato a rispondere?» per lui è stato troppo. Come riporta 20 Minuten, il pensionato avrebbe fischiato fortissimo e a lungo nel telefono. Proprio come si fa quando si chiama il proprio cane che si è allontanato troppo.
Il fischio improvviso ha finito per danneggiare in maniera importante l'udito dell'operatore che è stato costretto prima a un congedo di malattia e poi ad abbandonare il posto di lavoro. Per questo ha deciso di fare causa all'uomo avendo ragione di lui in prima istanza. Il tribunale, infatti, ha condannato il 79enne a pagare un'ammenda sospesa di 6'000 franchi e una multa di 1'500 franchi. A questa decisione, l'imputato ha però deciso di fare ricorso.
La tesi del suo avvocato: il dipendente del call-center non può essere certo che sia stato il suo cliente ad emettere il rumore lacerante di cui sopra. Il motivo? Nel periodo da lui indicato, infatti, erano state fatte 5 telefonate a 5 persone diverse. L'operatore, sottoposto a un test, non è stato in grado di distinguere la voce dell'imputato da altre 2 delle 5 interpellate. Per questo è stata richiesta un'assoluzione «in dubbio pro reo». Proposta che è stata accolta dal tribunale.
E voi, avete mai avuto disavventure telefoniche con i call-center? Raccontatecele nei commenti.