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SAN GALLOContadino a processo per l’uccisione della matrigna

17.08.17 - 17:05
L’uomo rischia una condanna di 20 anni di reclusione per assassinio e l'internamento. La sentenza sarà pubblicata prossimamente
Contadino a processo per l’uccisione della matrigna
L’uomo rischia una condanna di 20 anni di reclusione per assassinio e l'internamento. La sentenza sarà pubblicata prossimamente

SAN GALLO - Un contadino di 47 anni, affetto da problemi psichici e al beneficio di una rendita invalidità, è comparso oggi davanti al Tribunale distrettuale di See-Gaster a Uznach (SG) per aver ucciso la matrigna, ferito gravemente il padre e un collaboratore dei genitori. Rischia una condanna di 20 anni di reclusione per assassinio e l'internamento. La sentenza sarà pubblicata prossimamente.

Il dramma, risalente al gennaio 2015, si è svolto in una fattoria isolata a Ricken, nel Canton San Gallo. L'accusato ha dapprima ferito al braccio con un colpo di pistola un contadino che aveva preso in gestione l'azienda dei genitori.

Poi, entrato in casa, ha percosso con una mazza la matrigna, uccidendola, e il padre 84enne, rimasto ferito gravemente. Quest'ultimo è deceduto alcuni mesi più tardi per cause tuttavia estranee all'aggressione.

Arrestato poco dopo il fatto, oggi in aula l'uomo ha spiegato l'accaduto con un momento di pazzia. Ero come in un film, completamente fuori di me, ha spiegato al giudice che gli ha chiesto se intendeva uccidere le tre persone.

Durante la requisitoria, l'accusa ha rimproverato all'imputato l'assenza di scrupoli e la freddezza con la quale ha portato a termine la sua missione. Ha semplicemente voluto sbarazzarsi di persone che gli davano fastidio, ha sostenuto il procuratore.

Da una perizia psichiatrica, risulta che il 47enne soffre di turbe mentali. È un eccentrico che dal giorno di un trapianto di rene palesa disturbi della personalità, ha affermato uno psichiatra in aula. Ha una paura folle di perdere il nuovo rene: il grave fatto di sangue non lo tocca più di tanto.

Stando allo psichiatra, la terapia seguita prima del fatto e durante la carcerazione non è servita a nulla e il futuro non si presenta migliore. Per questo, a causa dell'alto rischio di recidiva va internato.

Un'altra psichiatra che lo ha avuto in cura è giunta quasi alle medesime conclusioni, chiedendo tuttavia che al posto dell'internamento l'uomo venga curato in una struttura chiusa.

In passato, prima del trapianto, l'accusato aveva diretto la fattoria dei genitori. Dopo l'operazione aveva dovuto rivenderla al padre. Stando alla procura, soffriva del fatto che il genitore avesse di nuovo il controllo sulla fattoria. Avrebbe voluto far ricoverare in un ospizio la coppia affinché egli potesse ancora avere mano libera sulla tenuta, ha detto il procuratore.

La difesa ha parlato di un fatto orribile, ma fortunatamente raro, che può essere qualificato come assassinio. Per il legale è tuttavia necessaria una nuova perizia psichiatrica.

L'uomo infatti soffre di modifiche avvenute a livello cerebrale, che probabilmente disturbano la sua personalità. Oltre a ciò, nella famiglia dell'accusato ci sono numerosi casi di schizofrenia. Per questo, al posto dell'internamento, la corte dovrebbe decidersi per l'invio del suo assistito in una struttura chiusa dove verrebbe sottoposto a cure psichiatriche.

 

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