Helena M.: «Ha sentito il cognome kosovaro e ha detto: "Ah, spacco bottiglia ammazzo famiglia"». Qual è la tua esperienza in Ticino?
ZURIGO - Ha suscitato la perplessità della Commissione federale contro il razzismo la pratica di Swiss Life messa in luce dalla SonntagsZeitung di raccomandare ai suoi operatori di call center che hanno nomi di origine straniera di presentarsi ai clienti con pseudonimi che suonino più “svizzeri”.
Per l’organismo, infatti, si tratta di una pratica «deplorevole» che fa passare il messaggio che avere un nome straniero sia uno svantaggio. Ma lo è davvero? Alcuni lettori della Svizzera tedesca che non si chiamano proprio Egger o Brändli raccontano a 20 Minuten la loro storia.
Yannick Vyaahpooree , 22 anni: A scuola e nelle società sportive ho sempre ricevuto commenti per il mio nome. È successo che dei clienti chiedessero agli altri dipendenti se io parlassi tedesco. In ogni caso, nelle mie candidature di lavoro scrivo: «Sono più autoctono di quanto si pensi!».
Helena M., 18anni: Una volta un anziano ha iniziato a chiacchierare con me e mi ha chiesto da dove venissi. «Ah, “Spacco bottiglia ammazzo famiglia”», ha commentato quando ha sentito che il mio nome era kosovaro. Io gli ho risposto che i “Messerschlitzern” (la parola da lui usata in tedesco per definire i kosovari) sono un’antichissima famiglia del Vallese.
S. Lovrekovic, 21 anni: Sono svizzera e da tre anni sono sposata con un croato. Ora la gente mi vede come una straniera. Nel negozio di parrucchiere in cui lavoro ho dovuto continuare a presentarmi con il mio nome da nubile anche dopo il matrimonio. Il capo vuole così.
Imed Mimoumi, 43 anni: Nel 2013 ho lavorato in un call center di Cablecom. In 17 anni di vita in Svizzera non ho mai vissuto così tanto razzismo come in quel periodo. C’era gente che appendeva non appena sentiva il mio nome. «Qui siamo in Svizzera», mi sono sentito dire solo per citare uno dei commenti. Dopo sei mesi me ne sono andato. Quest’esperienza mi ha molto provato.
Sei mai stato vittima di razzismo a causa del tuo nome? Racconta la tua esperienza a cronaca@tio.ch o tramite WhatsApp (076 337 35 00).