In maggio 2016 una donna si è suicidata gettandosi sull'autostrada. L’automobilista che passava in quel momento è stato condannato per omicidio colposo
BIENNE - Investire una persona che aveva deciso di suicidarsi e ritrovarsi sul banco degli imputati con l'accusa di omicidio colposo. È quanto accaduto a un automobilista nel canton Berna.
Nel mese di maggio dello scorso anno una donna si è gettata sull'autostrada con l’obiettivo di togliersi la vita. L’uomo non ha potuto evitare l’impatto e la giovane è morta. Ieri il Tribunale regionale di Biel-Seeland ha condannato il conducente dell’auto per omicidio colposo, per non aver adattato la velocità alle condizioni di luce.
I fatti - Era l’8 maggio del 2016, poco dopo le 5 del mattino, ricorda la Berner Zeitung nel ricostruire la vicenda. L’automobilista circolava a 100 chilometri orari con le luci accese. Non era al telefono. In pratica, il suo stile di guida era corretto. Ha visto all’ultimo momento qualcosa illuminato dai fari, ha sterzato ma non è riuscito a evitare l’impatto. È in questo modo che l’uomo ha descritto quanto è accaduto quella notte. Era convinto di avere investito un animale.
Il suicidio è stato poi ricostruito: la ragazza si trovava a una festa con degli amici, quando si è allontanata dichiarando di volersi togliere la vita. Hanno provato a chiamarla più volte, poi hanno visto le luci dei soccorsi in autostrada.
«Io non sono un criminale, sono la vittima», ha dichiarato in tribunale l’automobilista. E più volte ha ribadito: «Mi dispiace tanto». L’uomo soffre di depressione dopo quanto accaduto e ha lasciato il suo posto di lavoro.
La condanna - La Corte la pensa diversamente: l’uomo è responsabile penalmente. Secondo il tribunale avrebbe dovuto adattare il proprio stile di guida alle condizioni di luce. L’imputato ha dichiarato che aveva una visuale di circa 60 metri, ma i test hanno dimostrato che aveva bisogno di uno spazio di frenata superiore (65 metri a una velocità di 100 km/h).
Il giudice ha inoltre ritenuto che ci si deve sempre aspettare che delle persone possano attraversare una strada, indipendentemente da quale essa sia. Ad esempio, se un motociclista fosse caduto prima del suo passaggio, non sarebbe stato in grado di evitarlo.
La Corte ha dunque deciso di condannare l’automobilista a 15 aliquote giornaliere da 70 franchi sospese condizionalmente e 210 franchi di multa. Una punizione mite, rispetto alle spese procedurali che ha dovuto affrontare (8’700 franchi).