LOSANNA - Gli svizzeri vorrebbero meno pesticidi, sia in natura sia nel proprio piatto: secondo un sondaggio rappresentativo i due terzi della popolazione si aspettano che la Confederazione riduca l'uso di tali sostanze nell'agricoltura.
Dall'indagine - condotta su un migliaio di persone dall'istituto di ricerca gfs-zürich su richiesta di ASPU/BirdLife (l'Associazione per la protezione degli uccelli), Greenpeace, Pro Natura e WWF - risulta che il 65% degli interrogati si è espresso per un intervento di Berna al fine di ridurre l'uso degli antiparassitari nelle coltivazioni svizzere. Il 49% vuole che la concessione di sovvenzioni si limiti alla sola agricoltura biologica. Il 74% non vuole pesticidi nell'acqua potabile.
Secondo le quattro organizzazioni ambientaliste, in Svizzera ci sono nell'ambiente troppi antiparassitari, che inquinano le acque mettendo in pericolo la salute di uomini e animali. Esse auspicano quindi maggior determinazione da parte della Confederazione: «occorre un piano ambizioso di riduzione dei pesticidi e più risorse umane e finanziare per attuarlo».
BirdLife, Greenpeace, Pro Natura e WWF rammentano che un recente studio dell'Istituto federale per l'approvvigionamento, la depurazione e la protezione delle acque (Eawag) ha rilevato una situazione preoccupante in cinque ruscelli di differenti cantoni (TG, BL, BE, VS, TI). Dalle analisi è risultata la presenza di 128 diversi principi attivi derivanti dall'agricoltura, dall'orticoltura e dalla viticoltura. Fra questi 61 erbicidi, 45 fungicidi e 22 insetticidi.