Il virus informatico che ha infettato più di 300’000 computer in 150 Paesi preoccupa gli esperti anche per quanto riguarda il nostro Paese
BERNA - «La Svizzera ha venti anni di ritardo» nella riflessione sugli attacchi informatici. È il giudizio di Edouard Bugnion, il vicepresidente per i sistemi informativi del Politecnico di Losanna.
L'esperto critica la decisione del Consiglio federale di rifiutare un ufficio federale per la cybersicurezza. «Questa decisione non è visionaria», rileva il ricercatore in un’intervista accordata al domenicale “Matin Dimanche”. Denota un atteggiamento prima di tutto reattivo da parte della Svizzera verso le minacce di attacchi informatici.
«La Confederazione non dispone della competenza tecnologica che permette di anticipare nuove vulnerabilità», sottolinea Edouard Bugnion, secondo il quale per difendersi e garantire la propria indipendenza bisogna capire i fondamenti scientifici del problema.
«Non viene condotta nessuna riflessione per anticipare questi problemi, malgrado il paese disponga di una riserva di persone competenti», si rammarica l'esperto. Ritiene quindi urgente che la Svizzera partecipi alla ricerca e all'innovazione in questo campo e ricorda che la Germania ha recentemente annunciato la creazione di un centro di cybersicurezza a Saarbrücken con 500 ricercatori.