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BERNALa Legge sulla strategia energetica convince gli svizzeri

28.04.17 - 08:57
Se si fosse votato all'inizio di questa settimana, alle urne il "sì" l'avrebbe spuntata con il 55% dei voti
La Legge sulla strategia energetica convince gli svizzeri
Se si fosse votato all'inizio di questa settimana, alle urne il "sì" l'avrebbe spuntata con il 55% dei voti

BERNA - Il 21 maggio il popolo svizzero sarà chiamato alle urne per approvare la revisione della Legge sull’energia che permetterà di mettere in atto la Strategia energetica 2050. Anche dal secondo rilevamento del sondaggio Tamedia, appare che la maggioranza della popolazione è favorevole al progetto voluto da Governo e Parlamento. Il 55% degli intervistati afferma che voterà sì, mentre il fronte dei contrari si ferma al 42%. Un 3% degli intervistati si dimostra ancora indeciso. Rispetto al primo turno del sondaggio non vi sono stati mutamenti significativi.

A osteggiare la nuova legge vi sono soprattutto gli elettori Udc, il 77% dei quali si dice contrario. Anche tra il liberali, benché di strettissima misura (52%), prevale il fronte del no. Nettamente schierati per l’approvazione i Verdi (93%), Verdi liberali (90%), i socialisti (87%) e Ppd (72%).

Doris Leuthard, che ieri si è intrattenuta via chat con i lettori di tio.ch/20 minuti (vedi pagina 2), ha accolto positivamente questi nuovi risultati: «Nonostante i numeri positivi, non rilasso. Non si sa mai cosa possa succedere», ha commentato. «I contrari hanno un grande budget per fare campagna».

«Un sì – ha continuato la presidente della Confederazione – mi farebbe felice, perché si tratta di una legge importante per la Svizzera: ci concentriamo sul rafforzamento dell’efficienza energetica e delle energie rinnovabili indigene, così da garantire l’approvvigionamento. È per questo che faremo del nostro meglio per informare la popolazione fino al giorno del voto».

Al sondaggio di Tamedia hanno partecipato, tra il 24 e il 25 aprile, 12¦260 persone provenienti da tutte le regioni della Svizzera. I politologi Lucas Leemann e Fabio Wasserfallen hanno ponderato i dati in base alle variabili demografiche, geografiche e politiche. Il margine di errore è dell’1.3%.

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