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BERNARichiedenti l'asilo distribuiti in base alla conoscenza linguistica

10.04.17 - 17:37
Il cambiamento della pratica attuale ne attribuirebbe un numero «sproporzionatamente elevato» al Ticino
TiPress
Richiedenti l'asilo distribuiti in base alla conoscenza linguistica
Il cambiamento della pratica attuale ne attribuirebbe un numero «sproporzionatamente elevato» al Ticino

BERNA - I richiedenti asilo che risiedono in una regione di cui comprendono la lingua hanno il 15% in più di probabilità di trovare un posto di lavoro entro un periodo di due anni. Lo indica uno studio del Polo di ricerca nazionale (PRN) su migrazione e mobilità, che mette in discussione la pratica attuale della ripartizione dei richiedenti, basata sul peso demografico dei cantoni e su un'assegnazione casuale dei singoli dossier.

Dopo la registrazione in Svizzera, i richiedenti vengono distribuiti tra i cantoni elettronicamente in modo aleatorio, spiega la Segreteria di Stato della migrazione (SEM) in una presa di posizione dopo che oggi Tages-Anzeiger e Bund hanno tematizzato la ricerca del PRN.

L'italiano è più probabile - Il numero di richiedenti attribuiti a un determinato cantone dipende tuttavia dalla popolazione residente. Se si dovessero considerare le competenze linguistiche dei candidati e non la demografia, non vi sarebbe più una ripartizione equilibrata tra i cantoni, fa notare la SEM. I cantoni romandi e il Ticino si vedrebbero assegnare un numero sproporzionatamente elevato di richiedenti, perché se mai questi dovessero conoscere una lingua nazionale, si tratterebbe del francese e dell'italiano e mai del tedesco.

La SEM sottolinea inoltre un vantaggio della ripartizione casuale: non si concentrano in una sola regione cittadini originari di uno stesso Paese. Infine la Segreteria precisa che tenere conto delle competenze linguistiche comporterebbe molto più lavoro, richiedendo più tempo.

Lo studio - Il PNR su migrazione e mobilità - chiamato "nccr – on the move" affidando all'inglese non solo il titolo, ma anche l'acronimo NCCR (per PNR) - «ha l'obiettivo di accrescere la comprensione dei modelli migratori contemporanei e di sviluppare un ambito di ricerca inedito e competitivo sul tema delle migrazioni e della mobilità in Svizzera». È pilotato dall'università di Neuchâtel ed è operativo dal 2014.

È in questo quadro che l'Università di Losanna ha pubblicato in gennaio lo studio tematizzato dai due giornali svizzero tedeschi. La ricerca mette in evidenza in particolare l'importanza dei corsi di lingua nell'integrazione professionale dei richiedenti asilo. Daniel Auer e colleghi, dell'ateneo vodese, sottolineano il valore dei corsi attualmente impartiti: a loro avviso non vi è alcun altro fattore che possa spiegare il fondamentalmente uguale accesso al mercato del lavoro dei richiedenti allo studio di una lingua e quelli che già hanno conoscenze dell'idioma locale.

Quanto al loro suggerimento di distribuire i richiedenti in funzione delle competenze linguistiche, gli autori precisano di essere ben consapevoli delle esigenze politiche che dettano la pratica attuale.

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